Il 13 agosto 2021 Ursula von der Leyen ha twittato: “I primi fondi Next Generation Eu all’Italia danno il via a una ripresa duratura per il Paese. Il piano di ripresa italiano, Italia Domani, ha l’ambizione necessaria per fare dell’Italia, un motore per la crescita di tutta l’Europa. Un’Europa forte ha bisogno di un’Italia forte”.
Si riferiva al versamento anticipato del 13%, sull’ammontare totale di 191,5 miliardi di euro, destinati all’Italia. Di questa prima tranche, quasi 9 miliardi sono a fondo perduto.
Anche Gentiloni si associa al clima manierato di von der Leyen, osservando che è “un’opportunità storica per investire sulla forza dell’Italia. Il prefinanziamento odierno è un primo, concreto e tangibile passo per avviare gli investimenti e le riforme che l’Italia si è impegnata a portare avanti. E’ un’occasione irripetibile per l’Italia per rilanciare l’economia e costruire un futuro sostenibile per le prossime generazioni”.
Il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, conferma lo stesso tono, osservando che “l’intensa collaborazione con l’Italia e la solida preparazione all’interno della Commissione europea ci hanno permesso di erogare i fondi in tempi record”, dando a tutti i Paesi la spinta attuativa ai numerosi progetti verdi e digitali inclusi nei loro piani nazionali.
E’ venuto quindi il momento di agire per realizzare quanto Mario Draghi esprimeva nella fase non lontana di approvazione del piano: “L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”. Il tono di elevato compiacimento al quale non può che associarsi, certamente, la stragrande maggioranza degli italiani è da estendersi alle valutazioni dei primi passi attuativi che già dal 3 agosto 2021 si aggiungono al portale “Italia Domani”.
Primi provvedimenti del 2021 e raccordo con le spese del 2020-21 sull’emergenza sanitaria ed economica
A dicembre dovranno essere realizzati provvedimenti, cosi come nei successivi semestri sulla base di obiettivi intermedi di ciascun intervento relativo all’importante riforma della concorrenza, della giustizia civile penale, tributaria e del fisco (quale “accompagnamento” al piano). Saranno richiesti passaggi tecnici, relativi, ad esempio, a gare o ad assunzioni.
Queste prime risorse non servono ad avviare da zero i programmi. Ci si avvale della clausola che permette anche interventi avviati nel 2020. Poi quelli relativi a quest’anno possono già contare sul fondo di rotazione inserito nell’ultima legge di Bilancio, per 33 miliardi, di cui circa 7 assegnati per finanziare alcune voci specifiche di spesa. Il resto dei miliardi “freschi” verrà assegnato ad altri progetti, tra i 105 (sui 151 totali) la cui previsione di partenza è prevista quest’anno.
Ulteriore respiro deriverà dal fatto che le verifiche non avverranno sulle singole spese, ma sull’avanzamento dei progetti in base al piano, basati su due decreti del ministero dell’Economia: uno per la distribuzione delle risorse alle amministrazioni, l’altro per la rendicontazione di tutti i capitoli più rilevanti del Pnrr.
Nella prima Missione dedicata a Digitalizzazione Competitività e Turismo vi saranno gli interventi per la cybersecurity, la Transizione 4.0 per le imprese o il potenziamento di Cinecittà. Nella seconda, incentrata invece sulla rivoluzione verde, spiccano gli interventi per l’Efficienza energetica delle scuole e la prosecuzione del superbonus. La terza missione, Infrastrutture e mobilità sostenibili, include una serie di investimenti per l’alta velocità ferroviaria, che riguardano sia il Nord (Brescia-Verona-Padova) che il Sud (Napoli-Bari) come pure alcuni collegamenti diagonali nell’Italia centrale.
Nella Missione Istruzione e Ricerca una voce rilevantissima è quella relativa al piano asili nido, ma c’è spazio anche per la riduzione dei divari territoriali.
La Missione Inclusione e coesione si occupa, tra l’altro, di politiche attive per il lavoro e di servizio civile universale.
Nella Missione Salute ci sono importanti stanziamenti a favore dell’ammodernamento tecnologico degli ospedali.
Nella gran parte dei casi si tratta di avviare interventi che dovranno essere completati negli anni successivi. Ciò non toglie che per arrivare al traguardo del 2026 il Governo dovrà esibire capacità da campione olimpionico.
Nel 2020 si è registrato un positivo cambio di passo. Ad oggi, la spesa dei finanziamenti europei è salita al 40%. Questo si deve in gran parte alla riprogrammazione di una parte dei fondi per dirottarli sull’emergenza sanitaria ed economica, nell’ambito del progetto Coronavirus response iniziative investment.
L’Italia si prepara ad affrontare una sfida complessa. Fino al 2023 dovrà infatti gestire risorse europee appartenenti a tre differenti regimi di spesa: il bilancio 2014-2020, i 205 miliardi di Next Generation Eu e il bilancio dei prossimi sette anni, 2021-2027.
Il “Piano Processo” come metodo per pianificare gli interventi per i prossimi 10 anni
Tra i recenti documenti importanti, si segnala, a cura del ministro Enrico Giovannini, il documento di impatto del Pnrr relativo alle molteplici angolazioni possibili. E’ un esempio di sicura impostazione per una “visione integrata relativa a infrastrutture e mobilità sul benessere delle persone, sulle variabili economiche, sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali e sociali sull’ambiente, delle diverse aree di investimento”.
Giovannini lo definisce “un nuovo metodo di programmazione che tiene conto in maniera coerente dei piani nazionali settoriali e degli obiettivi del Green Deal europeo”. In altre parole, l’Allegato al Def del 4 agosto 2021 avrà influenza sulle impostazioni del piano nell’uso dei fondi di altri dicasteri. Nel comunicato Giovannini afferma che “è necessario pianificare infrastrutture e mobilità in modo innovativo, individuando le priorità secondo una strategia sistemica e integrata”. La Presentazione dell’Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza 2021 ha un secondo titolo che rende bene l’idea di come esso si colloca nel Pnrr: “Dieci anni per trasformare l’Italia. Strategie per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili e resilienti per il benessere delle persone e la competitività delle imprese, nel rispetto dell’ambiente”.
“Dieci anni per trasformare l’Italia”
Si dà conto delle analisi di contesto necessarie per definire le opere prioritarie per lo sviluppo del Paese, descrivendo la strategia di lungo periodo del Piano generale dei trasporti e della logistica (Pgtl) e del Documento pluriennale di pianificazione (Dpp). Non si tratta. Quindi. di “un piano di spesa, ma un modo nuovo di programmare l’Italia che si vuole costruire nei prossimi dieci anni”, aggiunge Giovannini.
Questo piano ha quattro direttrici che riguardano i fabbisogni, le priorità, la coerenza con le programmazioni nazionali e settoriali e la valutazione e, quanto non ci si poteva non aspettare, la conclusione con l’impatto degli investimenti sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Il ministro Giovannini introduce quale “Piano Processo” un metodo per pianificare gli interventi. Esso prevede nuovi parametri per la selezione delle opere, aggiornamenti, approfondimenti e decisioni in fasi successive con la possibilità di revisione delle scelte in caso di mutamento dei contesti e delle valutazioni ex ante ed ex post degli interventi per compiere scelte più razionali e funzionali “al raggiungimento degli obiettivi di medio termine”.
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