I finanziamenti previsti dal Recovery Fund non sono calcolati in base all’impatto del coronavirus. Lo rivela Frankfurter Allgemeine Zeitung, che mette a confronto i finanziamenti pianificati dall’Unione europea. E così emerge che la Bulgaria riceverà fondi pari al 16 per cento del suo Pil, più di Croazia e Grecia, ma anche della stessa Italia, che ad esempio riceverà il corrispettivo del 5 per cento del Pil, meno anche di Spagna e Polonia. «Che cosa ha a che fare il Recovery Fund con la crisi causata dal coronavirus? I paesi colpiti ne traggono vantaggio, ma altri meno danneggiati molto di più», scrive Faz in vista del Consiglio europeo di oggi, venerdì 19 giugno. Oggi si discuterà della distribuzione degli aiuti, ma dall’analisi del giornale tedesco emerge che il Recovery Fund non serve ad equilibrare le conseguenze della crisi economica causata dalla pandemia, ma ad aiutare gli Stati che sono economicamente più deboli. E allora in Germania si chiedono se si tratti allora più semplicemente di una ridistribuzione della ricchezza.



RECOVERY FUND, NON CONTA IMPATTO COVID?

Il giornale tedesco Faz ha confrontati i finanziamenti pianificati dall’Unione europea rapportandoli alle economie dei paesi. Da questa analisi emerge che la maggior parte del denaro previsto dal Recovery Fund finire alla Bulgaria (16%), poi a Croazia (15%) e Grecia (14%). La Francia riceverà sì 43 miliardi, ma la somma corrisponde solo al 2 per cento del suo Pil. La Germania invece riceverà 34 miliardi, che corrispondono all’1% del Pil. Invece l’Italia con gli 86 miliardi previsti riceverà una somma che corrisponde al 5% del Pil. Mentre la Spagna il 7% con 81 miliardi e la Polonia l’8 per cento con 38 miliardi. Evidentemente le conseguenze della crisi economica causata dal coronavirus non contano? Questo l’interrogativo di Frankfurter Allgemeine Zeitung, che fa l’esempio di Francia e Romania, che sono state colpite allo stesso modo, ma la prima riceverà aiuti pari al 2 per cento del Pil, l’altra al 10 per cento. Questi risultati emergono anche da uno studio dell’Istituto tedesco per l’economia (IW), secondo cui la Bulgaria è il beneficiario maggiore, poi Croazia, Polonia, Romania e Lettonia. A rimetterci maggiormente Irlanda, Francia, Belgio, Olanda e Germania.

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