L’Unione Europea “spinge” i singoli Paesi ad anticipare le linee guida del Recovery Plan nazionale – per evitare ‘l’assalto’ il 1 gennaio 2021 – con il pre-finanziamento del 10% della cifra totale prevista per ogni singolo Stato: la novità sul Recovery Fund arriva direttamente da Bruxelles la Commissione Europea fa sapere in una nota come «In linea con le conclusioni del Consiglio europeo, nel contesto del Recovery Fund (Recovery andresilience Facility), è possibile il pagamento di un pre-finanziamento del 10% del contributo finanziario per ciascuno Stato membro, con l’approvazione del piano di riforme e l’adozione dell’impegno legale della Commissione, posto che tutte le condizioni siano soddisfatte e tutti i passi legali siano stati completati per allora». In poche parole, la scadenza della presentazione del Recovery Plan fissata il 15 ottobre in realtà è posta a livello “informale” visto che saranno considerati presentati formalmente solo i piani dal 1 gennaio 2021: la mission di Bruxelles è quella di agevolare-avviare uno scambio tra Commissione Europea e singoli Stati in modo da evitare ingolfamenti nelle analisi e sovvenzioni del Next Generation Eu. Una volta ricevuto il Plan nazionale, il Governo comunitario avrà tempo fino a 2 mesi per esaminare le proposte e presentare le varie valutazioni al Consiglio Europeo in vista dell’approvazione. Ma per ottenere un pre-finanziamento del 10% – spiega ancora la Commissione – occorrerà che sia concluso il processo di ratifica presso i singoli Parlamenti nazionali e con raccolta risorse già avviata presso i mercati finanziari.



GIÀ 500 PROGETTI PRESENTATI AL MINISTRO AMENDOLA

Sui 209 miliardi previsti per il nostro Paese, non sono pochi i progetti e i piani già stilati dai diversi Ministeri (circa 500) e giunti negli scorsi giorni alla cabina di regia a Palazzo Chigi (presieduta dal Ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola): il tempo però stringe, specie se si vuole arrivare al 10% di quella cifra monstre (circa 20 miliardi), la prima in tutta l’Europa visto lo stato di crisi della nostra economia. La restante parte dei finanziamenti però non arriverà prima della primavera 2021 e saranno vincolati all’effettivo raggiungimento degli obiettivi previsti dal singolo Recovery Plan: come annota il Sole 24ore, il tutto avverrà nell’attesa che i Parlamenti nazionali dei 27 Paesi membri Ue approvino il dispositivo contenuto nel New Generation Eu. Una manovra dunque tutt’altro che breve per la quale non bisogna perdere ulteriore tempo sui progetti da selezionare: come rimarca ancora Dino Pesole sul Sole24,  sarebbe auspicabile che «il Governo anticipasse non solo le linee-guida che ispireranno la selezione delle priorità, ma anche e forse soprattutto il complessivo disegno di politica economica che si intende perseguire da qui ai prossimi anni per sostenere un’economia alle prese con una crisi senza precedenti». Nel frattempo oggi nella riunione Oms Europa promossa dal Ministro della Salute Roberto Speranza, è stata ratificata una coalizione tra tutti gli Stati Membri europei per «informare delle nostre azioni e andare avanti congiuntamente per attuare le migliori misure possibili sull’offerta di un’istruzione scolastica sicura per tutti». Un primo risultato sul fronte sanità, prodromo di potenziali tanti altri “asset comuni” in vista degli obiettivi fissati dal Recovery Fund europeo.

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