Recovery Fund con 390 miliardi di euro in sovvenzioni e 310 miliardi di euro in prestiti. Questi i numeri che emergono dalla bozza della nuova proposta presentata da Charles Michel al Consiglio Ue. Da Bruxelles arrivano notizie di un accordo vicino nel negoziato. Ma entriamo nello specifico dei numeri, perché in una bozza che sta circolando i numeri sono meglio precisati. Il piano totale è da 750 miliardi di euro, come previsto, di cui 672,5 miliardi sono destinati al Recovery and Resilience Facility. Di questi 360 sono appunto prestiti, mentre 312,5 miliardi sono sussidi. Si parla poi di 47,5 miliardi per ReactEU, 5 miliardi per Horizon Europe, 2,1 miliardi per InvestEU, 7,5 miliardi per Rural Development, 10 miliardi per Just Transition Fund (JTF), 1,9 miliardi per RescEU, 3,5 miliardi per NDICI. Per quanto riguarda l’Italia, sarebbero 209 i miliardi che spetterebbero al nostro Paese in base al piano, di cui 82 miliardi in sussidi e 127 in prestiti. Questo vuol dire che la quota dei sussidi resta invariata, mentre è stata aumentata quella dei prestiti.



BOZZA RECOVERY FUND: NIENTE MES PER ITALIA?

Siamo ben lontani, dunque, da quei 500 miliardi a fondo perduto proposti da Francia e Germania, che per il premier Giuseppe Conte erano solo una base di partenza da ampliare. Ma dove si è andati a tagliare per avvicinarsi alle richieste dei frugali? Sky Tg24 precisa che si è andati a ridurre i fondi per la transizione ecologica, quelli per la ricerca e la salute, così come quelli per lo sviluppo rurale e gli aiuti umanitari. Invariata, invece, la condizionalità dello Stato di diritto. Ma torniamo all’Italia, perché il governo potrebbe evitare di fare ricorso ai 36 miliardi del Mes. La bozza, che deve ottenere il via libera della plenaria, prevede quindi 50 miliardi in meno rispetto al piano iniziale della Commissione Ue. La parte relativa ai sussidi è scesa di 110 miliardi (da 500 a 390) che si sono spostati sulla quota dei prestiti (da 250 a 360). Il premier Giuseppe Conte è comunque soddisfatto perché non si toccano né la Recovery and resilience facility, che ammontava a 310 miliardi nella proposta iniziale, né i 50 miliardi del React Eu, più altri 4,8 miliardi dal bilancio Ue. Questi sono i fondi da cui il Governo vuole pescare le sovvenzioni. E sono le risorse che arrivano più direttamente agli Stati.



BOZZA RECOVERY FUND: REBUS TEMPI

Quindi l’Italia avrebbe 80 miliardi circa di sovvenzioni a fondo perduto, ma potrebbe ottenere 120-125 miliardi di euro di prestiti rispetto ai 70-80 miliardi che avrebbe potuto chiedere secondo la proposta iniziale della Commissione Ue. Quindi, l’Italia potrebbe fare a meno dei 36 miliardi del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes). Inoltre, è stata esclusa l’unanimità in Consiglio europeo, su cui Mark Rutte aveva tanto insistito in questi giorni, così come il potere di veto sull’uso dei fondi. Invece è previsto un meccanismo a maggioranza rafforzata: un paese membro può sollevare perplessità e chiedere una discussione nel Consiglio Ue, ma l’ultima parola spetta alla Commissione Ue tramite l’Ecofin. Questa bozza soddisfa, secondo l’HuffPost, la delegazione italiana, ma il condizionale è d’obbligo, perché la questione dei rebates è ancora aperta. Ora i frugali chiedono un aumento dello sconto. Ma c’è la questione relativa ai tempi di erogazione degli aiuti: il 70 per cento dei sussidi sarà corrisposto nel 2021 e 2022, il restante 30 per cento nel 2023. L’anticipo dovrebbe aggirarsi del 10 per cento ed essere disponibile nel 2021.

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