«Le proposte più coraggiose sono quelle più sicure», ha spiegato Ursula Von der Leyen presentando oggi all’intera Europa il nuovo piano Recovery Fund per la ripresa dalla crisi coronavirus. Un Fondo da 750 miliardi che si aggiungerà ai 1.100 miliardi di bilancio pluriennale Ue, il Qfp, per un totale di 1.850 miliardi di euro: il tutto sarà sommato ai 540 miliardi delle misure già approvate: Mes light, Sure per la disoccupazione e fondi Bei. Sono dunque 2400 miliardi di euro con i quali la Commissione Europea mette sul tavolo del prossimo Consiglio Ue un piano dettagliato che già non viene accolto con i migliori auspici dai Paesi “frugali” (Austria, Danimarca, Olanda e Svezia) per via dei diversi finanziamenti a “fondo perduto” presenti nel piano Von der Leyen. Dei 750 miliardi previsti (500 di aiuti e 250 di prestiti), il pacchetto per l’Italia sarà di 172,7 miliardi: 82 a fondo perduto e 91 di prestiti.



Al netto della soddisfazione del Premier Conte dopo il piano presentato a Bruxelles, occorre ora capire come sarà strutturato e quali tempistiche si potranno avere: i soldi verrebbero immessi nelle economie attraverso piani incentrati su «transizione verde, digitale e sostegno ai lavoratori più colpiti dalla crisi», ma sarebbero disponibili dal 2021. Come ipotesi ”ponte” sono previsti 11,5 miliardi da rendere disponibili già quest’anno, anche se l’Italia punta ad averli già prima assieme allo sforzo richiesto anche da Francia e Spagna. Il Next Generation Ue, come è stato ribattezzato il nuovo Recovery Fund, intende recuperare I 750 miliardi sul mercato da parte della Commissione attraverso l’emissione di titoli, sostenuta da garanzie indirette degli Stati membri e rimborsata congiuntamente nel corso di decenni (Qui il focus su come è stato finanziato il piano di Ripresa Ue).



IL PIANO DI URSULA VON DER LEYEN

«La crisi ha effetti di contagio in tutti i Paesi e nessuno può ripararsi da solo. Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte: o andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme» ha spiegato in sessione plenaria del Parlamento Ue la Presidente Ursula Von der Leyen illustrando nel dettaglio il piano da 2400 miliardi di euro che interverrà nei prossimi mesi.



«Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte. O andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme», ha ribadito sempre la n.1 della Commissione incitando a fare tutti un passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità, «Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l’Europa». I titoli avranno maturità diverse, con l’idea di rimborsarli entro il 2058 e non prima del 2028: questo elemento, se sarò confermato dall’accordo unanime in Consiglio Ue, rappresenta una novità storica e «un’accelerazione del processo di integrazione fiscale della Ue».

RECOVERY FUND: LA SUDDIVISIONE DEGLI AIUTI

Il Recovery Fund europeo ribattezzato anche “Next Generation Eu” da 2400 miliardi di euro si baserà su tre fondamentali pilastri: in primis con sostegno agli Stati Membri, in secondo luogo al rilancio dell’economia e da ultimo il rafforzamento di programmi giù esistenti. 500 miliardi dei 750 di Fondo sono destinati a stanziamenti (grants) ai Paesi e ai settori più colpiti dall’impatto economico del coronavirus, mentre i restanti 250 miliardi sono riservati a prestiti (loans) agli Stati membri. Come stabilito dal lungo testo ufficiale bollinato dalla Commissione Ue – e sul quale cominceranno le trattative tra i 27 nelle prossime settimane – ecco di seguito tutte le diverse misure previste dal Recovery Fund nella proposta Von der Leyen-Gentiloni-Dombrovkis (tradotte dal Corriere della Sera, ndr):

Recovery and Resilience Facility (RRF): 560 miliardi ripartiti tra sovvenzioni e prestiti e legati alla realizzazione di riforme

React-Eu: 55 miliardi veicolati attraverso la politica di coesione verso i territori più colpiti dalla crisi

40 miliardi a sostegno dei territori più in difficoltà nell’affrontare la transizione ecologica

Fondo agricolo per lo sviluppo rurale: dotazione supplementare di 15 miliardi per azioni in linea con il Green deal

Solvency Support Instrument: 31 miliardi che potrebbero mobilitarne oltre 300 per sostenere, già a partire da quest’anno, le aziende sane prima della crisi;

InvestEU (ex Piano Juncker): dotazione aggiuntiva di 15,3 miliardi affinché, insieme alla Strategic Investment Facility, possa mobilitare 150 miliardi d’investimenti

Eu4healt: nuovo programma europeo per la sanità dotato di 9,4 miliardi;

RescuEu: rafforzamento della protezione civile europea

Horizon Europe: 11 miliardi di dotazione aggiuntiva per sostenere la ricerca in Europa

Azione esterna: dotazione aggiuntiva di 16,5 miliardi per interventi nei Paesi vicini, soprattutto nei Balcani.