Negli ambienti geopolitici europei sono già stati ribattezzati l’opposizione dei “Frugal Four”: si tratta di Austria, Olanda, Danimarca e Svezia che si contrappongono con forza al Recovery Fund franco-tedesco che ha aperto invece uno sprazzo di speranza per Italia e Spagna. Dopo le parole di Kurz di questa mattina sono quelle del Premier olandese Rutte a mettere ancora più distanza tra Roma e i Paesi del Nord: «Se si richiede un aiuto, è necessario attuare riforme di vasta portata in modo da poter essere autosufficienti la prossima volta». La proposta di Mark Rutte, insieme agli omologhi di Vienna, Copenaghen e Stoccolma si contrappone ulteriormente al debito comune avanzato da Francia e Germania: «sosterremo la formula di prestiti e non di sovvenzioni», ha concluso il n.1 di Amsterdam.
Al sentir parlare di “troika” – anche se non esplicitata direttamente – le tensioni a Palazzo Chigi sono aumentate ulteriormente, con la conferma che purtroppo ancora non c’è un piano condiviso europeo dopo più di 3 mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus: «Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno avuto uno scambio di vedute telefonico sulle prospettive di un Recovery Fund ambizioso e all’altezza della sfida del Covid-19, in vista della presentazione della proposta della Commissione Europea mercoledì 27 maggio», rivela una nota ufficiale di Palazzo Chigi, con il Presidente del Consiglio che ha chiesto ulteriore sforzo “ambizioso” a Bruxelles pur condividendo in pieno il piano presentato da Macron e Merkel.
AUSTRIA “NO CONTRIBUTI MA MUTUI”
«Le divisioni nell’Ue tra Nord e Sud sono sempre state sbagliate. Basare la risposta al coronavirus su stereotipi distorti sarebbe più fuorviante che mai», con queste parole il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto con un editoriale su Politico.eu per commentare le ultime densissime 48 ore di politica europea. Nel giorno in cui la Commissione Ue con Dombrovskis e Gentiloni annuncia che nessuno Stato rispetterà il tetto del 3% Pil/deficit ma che non vi saranno alcune procedure vista l’emergenza coronavirus, in Europa il tema caldo è sempre lo stesso, il Recovery Fund con uno scontro ormai aperto su due sponde opposte.
Da un lato il piano di Macron e Merkel da almeno 500 miliardi di euro con previsti fondi perduti e contributi di debito rimborsabile a livello comunitario, dall’altro la contro-proposta di Austria-Olanda-Svezia-Danimarca lanciata stamane dal Premier Sebastian Kurz da Vienna: «Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi», ha spiegato il presidente austriaco in una intervista al quotidiano Obersterreichischen Nachrichten. La differenza è praticamente incolmabile tra l’area Francia-Italia-Spagna-Grecia con il sostegno della Germania sull’emissione di bond garantiti dal bilancio Ue e finanziamenti a fondo perduto e il contro-piano dei Paesi del Nord.
LE RICHIESTE DI CONTE SUL RECOVERY FUND
In questo contesto si è dunque mosso il Premier Conte nel chiedere invece uno sforzo ancora più imponente da parte della Commissione Ue che il prossimo 27 maggio illustrerà il Recovery Plan all’intera Eurozona: «Se l’Ue fallisce alimenteremo le fiamme del nazionalismo e allargheremo le divisioni. Dunque davanti alla pandemia in atto e alle sue ripercussioni economiche non chiediamo generosità, ma consapevolezza della responsabilità che abbiamo nei confronti dei valori fondanti dell’Ue, del benessere dei nostri cittadini». Secondo l’Italia finora il Recovery Fund e gli altri aiuti messi in campo dall’Unione Europea non sono all’altezza «delle stime di ciò che molte istituzioni pubbliche e private ritengono necessario per mantenere a galla l’economia».
Infine, sempre su Politico.eu, il Presidente del Consiglio conclude con un appello a Bruxelles «Incoraggio pertanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a presentare nei prossimi giorni un’ambiziosa proposta per il Recovery Fund e il prossimo quadro finanziario pluriennale in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei». Conte insiste sul fatto che le divisioni nell’Ue tra Nord e Sud «sono sempre state sbagliate. Basare la risposta al coronavirus su stereotipi distorti sarebbe più fuorviante che mai», ma al momento è proprio la “vecchia” distinzione a tenere l’Europa in tensione e con un futuro tutt’altro che certo.