Per il Recovery Fund, come sottolineato anche dalla Cancelliera Angela Merkel nel suo discorso al Bundestag, c’è ancora molta strada da fare, ma probabilmente sarà necessario mettere in chiaro molti aspetti che porteranno poi all’approvazione di quella che è stata definita una “tappa importantissima della storia moderna”. Sul Recovery Fund è stato chiaro anche Charles Michel, presidente del Consiglio dell’Unione Europea: “Questo fondo deve essere di entità sufficiente, destinato ai settori e alle parti geografiche dell’Europa più colpiti (…) Restiamo impegnati a dare l’impulso necessario a lavorare sul fondo di risanamento e sul QFP, in modo che un accordo equilibrato su entrambi possono essere trovati al più presto. ” Dunque il piano è dare respiro soprattutto ai Paesi che sono stati colpiti in pieno dallo tsunami coronavirus, in particolare Italia e Spagna: ma per i dettagli il dibattito sembra ancora lungi dall’essere concluso. (agg. di Fabio Belli)



Recovery Fund: “Tappa importantissima della storia moderna”

L’attenzione dell’Unione Europea è tutta per il Recovery Fund, il nuovo Eurobond. A cominciare dall’Italia di Giuseppe Conte che, nel videomessaggio pubblicato dopo il Consiglio Europeo, ha presentato così il Recovery Fund: “un fondo comune finanziato con titoli europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, come l’Italia, ma non solo l’Italia”. Non solo, il Premier ha precisato come sia uno strumento urgente e necessario in primis per l’Italia, ma anche per tutti gli altri Stati Europei travolti dall’emergenza Coronavirus. Una cosa è certa: in questo scenario tragico per tutta l’Unione Europea il Recovery Fund si preannuncia come una “tappa importantissima della storia moderna”. Anche Angela Merkel è concorde sul Recovery Fund fatta eccezione per la forma di finanziamenti “se con sussidi o prestiti”, ma sembrerebbero non esserci dubbi: questo fondo comune sarà inserito nel bilancio europeo per i prossimi sette anni”. In prima fila c’è l’Italia di Giuseppe Conte: “i 27 Paesi riconoscono la necessità di introdurre uno strumento innovativo, da varare urgentemente, per assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Recovery Fund: nuovi eurobond e bilancio Mff

Doveva essere il Consiglio Ue del Mes (o Fondo Salva-Stati) e invece si “scopre” che sarà il Recovery Fund ad essere il vero piano di discussione oggi pomeriggio tra i 27 leader europei: questo perché in realtà il pacchetto di aiuti anti-coronavirus da 540 miliardi che comprende MES-BEI-SURE è già stato accettato dall’Eurogruppo delle scorse settimane, in una formula “ambigua” che permettesse a tutti i Governi di poter trarre le proprie conclusioni in patria. Ma il vero piano era arrivare a questo Consiglio con un pacchetto “chiuso” che ponesse le fondamenta al vero Fondo per la ripresa europeo che nei prossimi mesi aiutasse per davvero l’Europa ad uscire dal pantano della crisi economica peggiore dal 1929 ad oggi.



E così l’accordo sta per essere trovato – con notevoli scontri che ancora dovranno arrivare nelle prossime convulse ore, ne siamo certi – sarà un “mandato” che la videoconferenza lancerà sulla Commissione Europea per attivare il bilancio Ue come strumento principe per il Recovery Fund da diverse migliaia di miliardi. In primis, quando si parla di Recovery Fund occorre sapere che ad oggi è ancora troppo “fumoso” per essere definito completamente: Fondo per la ripresa, presentato dalla Francia già in Eurogruppo per uscire dall’impasse eurobond sì-no tra Italia e Germania. Negli ultimi giorni però si è “ingrossato” con le proposte di Merkel e Sanchez (Spagna), arrivando al Consiglio Ue con un documento tutt’altro che “pronto” e che dovrà prendere decisioni quasi certamente di “compromesso”.

RECOVERY FUND, I “NUOVI” EUROBOND

L ‘idea alla base del Recovery Fund è che l’Europa prepari uno strumento “nuovo” per mettere potenza collettiva nella ripresa post-coronavirus, per aiutare in particolare gli Stati membri con le finanze pubbliche più deboli e travolte dal debito pubblico che inevitabilmente dovrà essere innalzato per far fronte alla crisi. Per questo motivo Italia e Spagna avevano messo a punto il piano “Eurobond” (o Coronabond) per cercare un’alternativa diversa dal prestito Mes visto come spauracchio per la situazione della troika in Grecia.

Alla fine l’intransigenza di Olanda e Germania per una forma troppo “spinta” verso gli aiuti a debiti disastrati del Sud, ha portato alla nascita di questo Recovery Fund ancora tutto da costruire. Il piano messo a punto dalla Commissione Ue è quello di legare il Fondo al bilancio Ue 2021-2027, con emissioni di obbligazioni europee da destinare per metà ai prestiti e per l’altra metà a programmi specifici. Si ha al momento nelle bozza di accordo un fondo temporaneo per la ripresa sui 300 miliardi, con l’intenzione però di mobilitare «almeno 2000 miliardi di euro per ridare slancio alle economie colpite dalla crisi»; la seconda proposta riguarda il raccogliere sui mercati finanziarsi almeno 320 miliardi di euro in emissioni europee.

LE “TERZA VIA” MFF-FONDO RIPRESA

Secondo la bozza in mano al Corriere della Sera, il Recovery Fund ha come obiettivo principale quello di «ripristinare la crescita e l’occupazione il più velocemente possibile». Lo strumento chiave per il piano Von der Leyen-Merkel è il MFF (Multiannual financial framework) ovvero il bilancio comunitario della Commissione già esistente. L’obiettivo è quello di rafforzare il MFF con appunto un Fondo per la ripresa temporaneo da 300 miliardi (Ricovery Instrument o RI) e con possibilità di “nuovi” eurobond per combattere la crisi. Il problema principale resta la tempestività di aiuti che potrebbero anche arrivare in autunno-inverno prossimo, troppo tardi per situazioni al collasso come quelle in Italia, Spagna e anche Francia e Germania (il MFF partirà dal 1 gennaio 2021).

I Paesi del Sud spingono dunque per una potenza di fuoco da almeno 1000-1500 miliardi mentre i “rigoristi” vorrebbero spingono per un uso minoritario e con condizioni molto rigide sula mutualizzazione del debito: il negoziato è solo cominciato ma la sensazione è che alla fine un compromesso (o terza via) potrà essere trovato per un Recovery Fund temporaneo (il RI) che dai primi di giugno inizi ad attivare almeno 300 miliardi di euro obbligazioni garantite dal bilancio Ue ed erogate in parte (maggiore) con prestiti e con finanziamenti diretti (il Nord spinge perché questa parte sia minoritaria). Costi, modalità dei prestiti, garanzie e interessi: su questi punti nodali – ancora del tutto non esauriti dal documento di base sul Recovery Fund – si concentrerà il Consiglio Ue di oggi e le prossime mosse della Commissione Europea.