Il processo di ratifica del Recovery Fund non è un’incognita per la Commissione Ue, almeno per ora. Lo è, o era, per il commissario all’Economia Paolo Gentiloni nei giorni scorsi che infatti ne aveva parlato proprio in questi termini, dopo che i giudici della Corte Costituzionale di Karlsruhe hanno sospeso la ratifica della legge, che implica l’aumento delle risorse proprie del bilancio europeo. «Il processo di ratifica è un’incognita», aveva detto infatti nel suo intervento all’European House Ambrosetti, a proposito dei «rischi e degli ostacoli» che può trovarsi l’Ue nei prossimi mesi soprattuto per quanto riguarda il Next Generation Eu. Gentiloni aveva ricordato che «bisogna ancora lavorare sui piani nazionali» di Recovery, ma il vero pericolo per lui è «il vero rischio è il diffondersi del punto di vista di tornare alla normalità, in termine di politica economica comune, perché il normale di prima funzionava bene».
Oggi interviene la portavoce della Commissione Ue, spiegando che l’incognita tedesca sul Recovery Fund non sembra preoccuparla per ora. «Siamo fiduciosi che la ratifica possa concludersi secondo il calendario previsto». Eppure ha precisato che non c’è nessuna sicurezza al riguardo.
CASO GERMANIA, COMMISSIONE UE “FIDUCIOSA”
Quel che sembra chiaro è che nella Commissione Ue c’è confusione sul tema. Ma l’aumento delle risorse proprie del bilancio è fondamentale per fornire la garanzia delle emissioni di bond per un valore complessivo di 750 miliardi di euro ai prezzi del 2018, cioè circa 800 miliardi a prezzi correnti, come evidenziato da Milano Finanza. La Commissione Ue comunque ha indicato che i giudici costituzionali tedeschi non hanno contestato la validità del Next Generation Ue, ma hanno messo in discussione l’aumento del bilancio proprio, che potrebbe implicare assunzioni di oneri per il debito dei Paesi membri. Infatti, è sul debito che si gioca la partita più importante per l’Unione, che dovrà esprimersi anche sul patto di stabilità che, secondo il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni va «riformato in modo profondo». Sul tavolo ci sarebbe anche la possibilità di una golden rule che preveda «un trattamento speciale per gli investimenti». Ma poi andrà definita una tempistica di riduzione del debito graduale e differenziata a seconda degli Stati, privilegiando «l’applicazione meccanica dell’attuale regola sul debito».
COSA SUCCEDE AI SOLDI DEL RECOVERY FUND?
L’intervento della Corte Costituzionale della Germania rischia di fatto di ritardare il via libera ai fondi europei. La battuta d’arresto pone in secondo piano i progressi compiuti dagli altri Stati membri nell’approvazione. Sono ormai 16 su 27 quelli che hanno ratificato la Decisione sulle Risorse proprie (Ord), atto giuridico con cui si introducono i nuovi strumenti di finanziamento per ripagare i 750 miliardi reperiti dalla Commissione Ue sui mercati e poi girati agli Stati membri. Sono nuove entrate con cui rimborsare in futuro i debiti contratti oggi. Senza il via libera di tutti i parlamento, non verrà sborsato da Bruxelles nessun euro, così Italia e Spagna, che da tempo spingono affinché il Recovery Fund venga approvato in fretta, rischiano di pagare le conseguenze di questo ritardo. Uno scenario previsto da Matthias Herdegen, direttore dell’Istituto di diritto internazionale e Istituto di diritto pubblico dell’Università di Bonn, che al quotidiano Handelslblatt aveva dichiarato: «Presumo che il Recovery finirà davanti alla Corte Costituzionale», perché l’Ue «non ha autorità sul debito».