I soldi del Recovery Fund che l’Europa ha garantito all’Italia per il post Covid-19 sono 200 miliardi di euro, principalmente destinati a piani di riqualificazione energetica, potenziamento delle infrastrutture, e rilancio dell’economia. Ora però, dopo il ritardo nella presentazione dei documenti, iniziano anche le critiche a livello internazionale. In base a quanto dichiarato da un alto funzionario del governo italiano al Financial Times, c’è la preoccupazione della destinazione finale dei fondi, e il grande rischio che molti vadano sprecati in progetti di dubbia utilità. Per evitare uno sperpero di denaro, ribadisce il quotidiano britannico, è necessario quindi che l’Italia riveda con precisione le previsioni di spesa.



E per sottolineare la fatica che il paese sta facendo nel trovare progetti meritevoli da presentare, il giornale esamina una serie di proposte, già ufficialmente rese pubbliche, che sono state giudicate alquanto “particolari“, e sicuramente poco utili alla collettività come invece stabilirebbe il principale obiettivo del Recovery Fund.



L’Italia rischia di sprecare i soldi del Recovery Fund, pochi i progetti utili

Il Financial Times ha analizzato tutti i rischi di sperpero che il governo italiano corre nella destinazione finale dei soldi del Recovery Fund, senza avere precisi progetti dedicati. Tra i maggiori dubbi, ci sono anche alcuni piani di spesa già dichiarati dai comuni, ai quali l’Italia destinerà parte dei fondi. Il quotidiano ne elenca alcuni tra i più “curiosi” tra i quali: 800.000 euro a Marsala per terminare la costruzione di un ippodromo, una pista da sci da costuire a Macerata, o anche 4 milioni di euro per rinnovare un campo da golf in Toscana.



L’evidenza è che si stanno perdendo di vista i punti chiave degli investimenti, sottolinea il quotidiano. E quindi, c’è anche il pericolo di perdere molti dei finanziamenti assegnati. Il progetto finale deve essere consegnato entro il 30 giugno. E come dichiarato dal ministro per gli affari europei Raffaele Fitto, ci deve essere la consapevolezza su quali progetti possono realmente essere concretizzati e quali no, perchè “Spendere tutto in opere ed infrastrutture sarebbe impossibile, servono anche riforme“.