La Commissione Ue ha stilato le linee guida per il Recovery Fund, rinominato Next Generation Ue. Le raccomandazioni ai governi sono chiare: per ottenere le risorse bisogna procedere con riforme vere. Le “regole” Ue al momento però si riferiscono solo al Fondo per la ripresa (RRF), quel contenitore da 672,5 miliardi di euro incluso nel piano complessivo da 750 miliardi suddiviso in diverse voci di spesa. Gli aiuti europei a fondo perduto per l’Italia saranno in tutto 65,5 miliardi, di cui 44,724 miliardi per il 2021-2022 e 20,732 miliardi da spendere dal 2023. A questi fondi si aggiungono i prestiti a tassi molto agevolati che fanno parte del Recovery Fund. Le bozze dei piani nazionali di ripresa e resilienza, necessari per accedere alle risorse, potranno essere presentate alla Commissione Ue già dal 15 ottobre. La scadenza ultima per la presentazione formale è il 30 aprile 2021, ma prima si presentano, prima arrivano i finanziamenti. I piani comunque devono contenere un pacchetto “coerente” di progetti di riforme e investimenti da attuare entro il 2026.
RECOVERY FUND, LINEE GUIDA UE E REGOLE
La Commissione Ue ha specificato che i piani nazionali per il Recovery Fund dovranno “dimostrare come investimenti e riforme affrontino le sfide identificate nel contesto del semestre europeo, in particolare le raccomandazioni specifiche per Paese adottate dal Consiglio”. E ha chiarito anche che i piani dovranno dimostrare come gli investimenti e le riforme previste “affrontino le sfide identificate nel contesto del semestre europeo”, nello specifico le raccomandazioni per Paese adottate dal Consiglio. Inoltre, i piani nazionali devono “includere misure che puntino ad affrontare le sfide che gli Stati devono affrontare per la transizione verde e quella digitale”. A tal proposito, la Commissione Ue ha ricordato che il 37% della spesa di ogni nazione deve essere dedicato alla transizione verde, mentre il 20% a quella digitale.
COME USARE FONDI
Sono diverse le aree di intervento secondo le linee guida Ue: introduzione tecnologie pulite, accelerazione dello sviluppo e uso di energie rinnovabili; miglioramento dell’efficienza energetica di edifici pubblici e privati; tecnologie pulite per accelerare uso trasporti, stazioni di ricarica e rifornimento sostenibili, estensione del trasporto pubblico; servizi a banda larga, comprese reti in fibra e 5G; digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi (anche giudiziari e sanitari); aumento della capacità del data cloud industriale europeo e sviluppo di processori più potenti e sostenibili; riqualificazione dei sistemi educativi per supportare formazione e competenze digitali.
L’uso delle risorse del Fondo per la ripresa (RRF) comunque sarà soggetto a un reporting annuale da parte della Commissione al Parlamento europeo. L’audit spetterà invece alla Corte dei Conti Ue. L’attuazione dello strumento sarà coordinata dalla task force della Commissione Ue per la ripresa in collaborazione con la direzione generale degli Affari economici e finanziari. Invece un comitato direttivo, presieduto da Ursula von der Leyen, fornirà una guida politica alla task force per contribuire a garantire l’attuazione efficace e coerente dei piani.