Valdis Dombrovskis
ha parlato oggi del pacchetto di prossima attivazione (MES-BEI-SURE e aiuti BCE) e del Recovery Fund sul quale continua la discussione nell’Unione Europea: “Il summit ha approvato il pacchetto da 540 miliardi di euro e ha deciso che il prossimo bilancio Ue sarà la parte principale del nostro piano per la ripresa“, ha detto il Commissario europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali nonché vicepresidente della Commissione Ue ad un evento di Bloomberg.
Dombrovskis ha anche precisato quali dovrebbero essere secondo lui i prossimi obiettivi della UE per fronteggiare la crisi legata a Coronavirus: “Ora serve quindi un budget ambizioso e proporremo uno strumento per la ripresa aggiuntivo, corposo, dedicato alla crisi, assicurando che ci sia una capacità sufficiente per sostenere la ripresa nei prossimi anni”, sono le parole del politico lettone riportate dall’Ansa. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
RECOVERY FUND, MES, EUROBOND: I RISULTATI E GLI EFFETTI
La “battaglia d’Europa” si è consumata ieri in Consiglio Ue con un pacchetto firmato e quindi di prossima attivazione (MES-BEI-SURE e aiuti BCE) e un proposta di intenti sul Recovery Fund da discutere entro il prossimo 6 maggio con la presentazione del piano della Commissione Europea. L’Italia e la Spagna che speravano in un inserimento in “extremis” degli Eurobond restano deluse e sono pure “costrette” a firmare il Mes “light” per non perdere la possibilità degli aiuti BCE, al momento l’unico vero strumento già attivoe che sta tenendo in piedi le economie al collasso dei Paesi del Sud. Un Consiglio Europeo con una dichiarazione finale assai stringata del Presidente Michel dove si evince che il passo avanti sul Fondo Europeo per la Ripresa è stato fatto «misura urgente e con l’Italia in prima fila» (ha detto Conte in conferenza stampa ieri sera) ma che restano forti divisioni su come attivarlo (prestiti o sovvenzioni?) e sulle reali tempistiche di ricevimento di quegli aiuti.
Sono circa 2mila i miliardi “attivati” dal Consiglio Ue con i nuovi pacchetti per superare la catastrofe economica del coronavirus, ma i dettagli sono tutti ancora da “scoprire”: «Siamo tutti d’accordo nel ritenere che le priorità sono la salute e la sicurezza dei nostri cittadini. Abbiamo inoltre convenuto di continuare a monitorare attentamente la situazione, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione estiva, e di coordinarci il più possibile al fine di garantire una revoca progressiva e ordinata delle misure restrittive» ha spiegato Michel nelle conclusioni del Consiglio Ue, mentre la n.1 della Commissione Ursula Von der Leyen ha aggiunto «Sono convinta che lo strumento giusto per la ripresa sia il Bilancio europeo 2021-27 chiaramente collegato al Recovery Fund. Il bilancio è elaborato da tutti gli Stati membri ed è progettato per gli investimenti, per la coesione e la convergenza».
RECOVERY FUND, COME SARÀ?
Già, ma come sarà questo “Recovery Fund” ipotizzato ieri dai 27 leader nel Consiglio Ue? Il Fondo nasce per condividere il debito creato dalla crisi coronavirus ma è scontro sui potenziali prestiti: i Paesi del Nord non intendono accettare l’idea che Spagna e Italia hanno proposto, ovvero un “prestito perpetuo” da almeno 1500 miliardi. Gentiloni (Commissario Affari Economici Ue) ha ribadito che le risorse servono subito e non tra 2 anni come vorrebbero alcuni “rigoristi” del Nord. «Il fondo dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti (…). Manteniamo il nostro impegno a dare il necessario slancio ai lavori relativi al fondo per la ripresa come pure al QFP (Quadro Finanziario Pluriennale, ndr), in modo da poter raggiungere il prima possibile un accordo equilibrato su entrambi», ha spiegato ancora Michel al termine del Consiglio Ue in merito a come dovrà essere il Fondo Europeo per la Ripresa.
Il piano messo a punto dalla Commissione Ue – che riceve di fatto il mandato dal Consiglio Ue con la riunione di giovedì 23 aprile – è quello di legare il Fondo al bilancio Ue 2021-2027, con emissioni di obbligazioni europee da destinare in parte con prestiti e in parte con programmi specifici e sovvenzioni. Si ha al momento nelle bozza di accordo un fondo temporaneo per la ripresa sui 300 miliardi, con l’intenzione però di mobilitare «almeno 2000 miliardi di euro per ridare slancio alle economie colpite dalla crisi»; la seconda proposta riguarda il raccogliere sui mercati finanziarsi almeno 320 miliardi di euro in emissioni europee. La Merkel non vuole chiamarli “Eurobond” e così in effetti non sarà visto che al momento la condivisione del debito deve ancora essere normata nel Recovery Fund e non è chiaro per quanti prestiti e sovvenzioni verrà strutturato.
MES-BEI-SURE FIRMATO, QUANDO OPERATIVO?
Ciò che invece è evidente nei risultati del Consiglio Ue – anche se ieri in conferenza stampa il Premier Conte ha completamente “glissato” sull’argomento forse temendo un nuovo scontro interno al Governo tra Pd e M5s quando già gli animi sono molto caldi per la presentazione del Def e l’imminente fase 2 – è il pacchetto da 540 miliardi pronto a scattare già prima di giugno (Centeno docet, ndr). MES-BEI-SURE e aiuti Bce rappresenta un piano complessivo di iniziale fondo anti-coronavirus, in attesa dell’intervento più strutturato e quantitativo del Recovery Fund: Conte e gli altri 26 leader Ue hanno dunque firmato quanto già deciso nell’Eurorogruppo, un Fondo Salva-Stati “light” da 240 miliardi che possa prestare per spese sanitarie dirette o indirette. Si potrà prendere in prestito fino al 2% del proprio Pil, per l’Italia dunque circa 37 miliardi; la Banca europea per gli investimenti (Bei) invece stanzia un fondo di garanzia da 25 miliardi di euro per offrire alle imprese dell’Europa, soprattutto piccole e medie, liquidità per investimenti fino a 200 miliardi.
Arriva poi il fondo SURE, una sorta di cassa integrazione a livello europeo per aiutare e proteggere lavoratori e imprese travolte dall’emergenza coronavirus: qui incombono gli ultimi 100 miliardi che fanno schizzare il pacchetto a 540 miliardi di euro complessivi. Restano poi gli aiuti della BCE che, sfruttando il vecchio piano ancora di Mario Draghi dell’OMT, si fa carico dell’acquisto di titoli di stato dei Paesi più in difficoltà dell’intera UE accettando anche i titoli di Stato con rating “junk” (“spazzatura”). La n.1 della Banca Centrale Europea Lagarde, dopo i tentennamenti iniziali, ha dato fondo appieno al “piano Draghi” per evitare che nel breve periodo le economie del continente esplodessero completamente.