Non solo il Recovery Fund ha parecchie condizionalità, ma se non verranno rispettate allora si potrebbe rischiare un’impennata di tasse, tagli alla spesa pubblica fino all’extrema ratio della restituzione dei 209 miliardi di euro che l’Italia riceverà per il Next Generation Eu. Nelle ore convulse che precedono il Consiglio dei Ministri sul Recovery Plan italiano – con una potenziale crisi di Governo ormai alle porte – non arrivano “buone notizie” dall’Europa: ieri infatti ha presto forma, con votazione passata in Commissione Bilancio dell’Europarlamento, il regolamento che disciplina l’utilizzo dei fondi europei nei prossimi anni.



Come segnalato dal focus del Fatto Quotidiano, l’aspetto più delicato per il nostro Paese riguarda le regole fiscali (patto di stabilità e fiscal compact) al momento sospese per la pandemia: «il testo prevede infatti la possibilità di bloccare l’ erogazione dei fondi in caso di violazioni del Patto di Stabilità o se non ci si adegua alle raccomandazioni delle procedure per gli squilibri macroeconomici», segnala Carlo Di Foggia nell’approfondimento sul Recovery Fund.



RECOVERY, I RISCHI PER L’ITALIA

Si rende così “materializzato” quanto con posizioni opposte andavano dicendo negli scorsi giorni tanto Matteo Salvini (Lega) che Davide Marattin (Italia Viva): il Recovery Fund ha diverse condizionalità e potrebbero rappresentare un problema qualora Paesi con alti debiti pubblici e forte emergenza economica – come il nostro – non riuscissero a rispettarle. «Basta, non ha più senso mentire: le condizionalità su quel famoso strumento europeo esistono. Oggi al Parlamento europeo si vota un regolamento che disciplina l’utilizzo di alcuni fondi europei di cui si è molto parlato negli ultimi mesi», ha detto ieri l’esperto ed informato renziano su Facebook nel tentativo di difendere la proposta di Italia Viva di accettare i soldi del Mes per le spese sanitarie in quanto avente «meno condizionalità rispetto al Recovery Fund».



Come sottolinea polemico oggi su La Verità Maurizio Belpietro, «non sappiamo se con i soldi della Ue si sistemeranno i problemi nazionali, però condividiamo il giudizio dell’onorevole di Italia viva, il quale fuori tempo massimo ammette che quei fondi non sono gratis, ma sono previste condizioni capestro, che potrebbero obbligare l’Italia a restituire i quattrini se non fossero rispettate le clausole contrattuali. E di quali condizioni parliamo?». I rischi, qualora l’Italia non riuscisse a sottostare alle regole fiscali durante la fase di progetti del NGEU, potrebbero essere imponenti: «se la Ue vuole può ordinarci la patrimoniale oppure un taglio delle pensioni, minacciando la restituzione con gli interessi di ciò che abbiamo ricevuto», ricorda Belpietro. O peggio ancora, la restituzione stessa dei fondi per noi così cruciali per rimettere in piedi l’economia.