«Nella sua forma attuale, il Recovery Fund è ingiusto nei confronti dell’Ungheria perché in sostanza è stato creato su misura per aiutare gli Stati membri del Sud»: il ministro delle Finanze di Orban, Mihaly Varga, in videoconferenza per la riunione dell’Ecofin di questo pomeriggio si è schierato definitivamente con Olanda, Austria, Svezia gli altri paesi “frugali” nel contestare la linea del “Next Generation Ue” proposto dalla Commissione Europea di Ursula Von der Leyen. Cominciano così col freno a mano tirato le diverse riunioni che con fatica dovranno portare all’accordo finale tra giugno e luglio sul Recovery Plan anti-emergenza Covid-19. «L’Ue deve agire in maniera equa e proporzionata per mitigare il danno economico causato dalla pandemia. Il piano Ue potrebbe comportare un onere aggiuntivo per le economie più piccole e meno sviluppate», ha ribadito e concluso il Ministro di Viktor Orban.



Il pacchetto di aiuti da 750 miliardi di euro non trova l’accordo men che meno di Austria e Olanda che respingono con forza la proposta franco-tedesco-italiana: «Il pacchetto complessivo non è accettabile per noi in termini di volume, ma anche in termini di contenuti», attacca il ministro dell’Economia d’Austria Gernot Bluemel secondo quanto riporta l’Ansa. Linea dura anche da Amsterdam dove il Ministro di Rutte ribadisce «meglio prestiti che sovvenzioni. L’uso delle risorse deve essere condizionato all’effettiva attuazione delle riforme strutturali».



CAOS ECOFIN, LA POSIZIONE DI ITALIA E GERMANIA

Secondo il Governo olandese, la Commissione Ue non ha ben motivato la necessità del ricorso alle sovvenzioni invece dei prestiti: vi è infine il nodo della distribuzione dei fondi del Recovery e della sua capacità: per il Governo Rutte al momento «non sono realmente legati alle reali necessità di investimento che derivano dal coronavirus, ma sono piuttosto legati a carenze negli investimenti pregresse». In questo clima assai complicato, il Ministro delle Finanze di Germania Olaf Scholz ha invece illustrato come la proposta di Merkel e Macron vada nella giusta direzione: «la cifra proposta da Parigi e Berlino sul fondo è stata “studiata molto attentamente” e che sarebbe in grado di “spianare la strada” ad un accordo», riporta la Dpa in merito all’intervento di Scholz. Sono 500 i miliardi del piano di rilancio Ue da destinare con sovvenzioni a fondo perso mentre sarebbero 250 miliardi i prestiti previsti: intervenendo prima dell’Ecofin, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha spiegato su Twitter come la partita che inizia oggi è decisiva e cruciale, «L’Italia sostiene un Recovery plan ambizioso e rivolto al futuro. La proposta della Commissione è un compromesso equilibrato e non deve essere ridimensionata. Adesso al lavoro su investimenti e riforme».

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