Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (il Recovery Plan italiano) è stato presentato dal Governo Conte nell’ultima bozza portata in Consiglio dei Ministri questo pomeriggio: al netto dello scontro ancora presente tra Italia Viva, Pd e M5s – che porterà un nuovo CdM mercoledì sera per decidere le effettive nomine della task force che opererà sui fondi del Recovery Fund – ammontano al momento a 196 miliardi le risorse destinate alle 6 macro-aree del Piano italiano (ancora in attesa dell’ok in CdM). Il testo, se approvato dal Governo, verrà poi presentato in Parlamento e infine inviato a Bruxelles per la prima ratifica della Commissione Europea in vista dello sblocco dei fondi a partire dalla seconda metà del 2021: importante la suddivisione dei fondi da ripartire nelle 6 macro-aree, a cominciare dal capitolo greenRivoluzione verde e transizione digitale” che riceverà il 37.9% delle risorse con 74,3 miliardi sui 196 totali. La seconda missione per fondi ricevuti sarà “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” con 48,7 mld pari al 24,9% dei fondi complessivi; terza missione invece le “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” con 27,7 mld pari al 14,1%, secondo la bozza del Recovery Plan in mano all’Ansa, Adnkronos e Agi. Quarta missione “Istruzione e ricerca” con 19,2 mld pari al 9,8% delle risorse, mentre su “Parità di genere, coesione sociale e territoriale” i miliardi sono 17,1 (8,7%); da ultimo, il tema della Sanità con “soli” 9 miliardi di euro (4,6% del totale).



GOVERNANCE-CABINA DI REGIA: NOVITÀ E NODI DA SCIOGLIERE

Il Comitato Esecutivo per il Pnrr sarà gestito con coordinamento di Palazzo Chigi (Premier Giuseppe Conte), Mef (Ministro Economia Roberto Gualtieri) e Mise (Ministro Sviluppo Economico Stefano Patuanelli): sempre nella bozza presentata oggi in Cdm, viene individuato il Ministro degli Affari Europei Amendola per la competenza sulla cooperazione internazionale (assieme al Ministro degli Esteri Di Maio), nonché referente unico con la Commissione Europea per le attività legate al Recovery Plan. «Per garantire un’attuazione efficace del Piano – si legge ancora nel testo ancora da approvare in Cdm – è inoltre necessario stabilire in modo chiaro responsabilità e compiti che diano adeguate garanzie della corretta attuazione degli interventi e del rispetto dei tempi. In tale ottica, in linea con gli indirizzi della Commissione UE, si ritiene di dover procedere alla individuazione di un ‘Responsabile di missione’ in ciascun settore interessato dal piano»; il responsabile dovrà assicurare «la celere ed efficace attuazione del piano stesso, la costante verifica circa il rispetto del cronoprogramma nonché il compito di adoperarsi, anche attraverso l’attivazione di poteri sostitutivi, per favorire il superamento di situazioni di inerzia o comunque ostative alla realizzazione dell’intervento programmato». Dopo la lite a distanza tra Italia Viva e Palazzo Chigi sui ruoli della task force ancora da struttura (entro il Cdm di mercoledì sera, ndr), restano diversi dubbi e nodi da risolvere in vista del prossimo anno: i 6 supermanager che dovranno seguire le 6 macroaree del Piano; la larga task force per portare avanti i singoli progetti; riforma del fisco adeguata e intervento Irpef per redditi medi. Questi i punti principali ancora da dirimere tra il Cdm di oggi e quello di mercoledì, con il Premier Conte che giusto nel weekend nell’intervista a Repubblica aveva sottolineato «vi sarà, come anche ci chiede la Ue, un comitato ristretto deputato a vigilare con costanza tutta la fase attuativa. Ne faremo parte io, il ministro dell’Economia e il ministro dello Sviluppo economico, con la responsabilità di riferire periodicamente al Comitato interministeriale per gli Affari Europei e al Parlamento. La supervisione tecnica dell’attuazione sarà affidata a una struttura composta da sei manager, assistiti da uno staff dotato delle necessarie competenze professionali. In casi eccezionali i sei manager potranno essere chiamati a intervenire con poteri sostitutivi per evitare ritardi e perdite di risorse».

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