Domani in Consiglio dei Ministri sbarca il Recovery Plan italiano con la bozza definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) “vidimata” oggi a Palazzo Chigi dal Premier Mario Draghi, dal Ministro dell’Economia Daniele Franco e dai capidelegazione di tutti i partiti di maggioranza: terminato il ciclo di incontri con partiti, sindacati, parti sociali e imprese, il Presidente del Consiglio ha tenuto un breve discorso al summit internazionale sul clima organizzato dalla Presidenza Usa di Joe Biden, annunciando l’imminente lancio del Piano nazionale da unire al Next Generation Eu.
221,5 miliardi di euro, a questo ammonta l’impatto globale del Pnrr: 191,5 direttamente dal Recovery Fund in arrivo dall’Europa, 30 miliardi invece saranno in arrivo dal fondo complementare incardinato dall’ultimo Def (con deposito di 5 miliardi all’anno fino al 2026 in ogni Manovra di Bilancio) che conterrà tutti i progetti che per “paletti” o regole specifiche non possono rientrare nel Recovery Plan finanziato dagli Eurobond della Commissione Europea. Per quanto riguarda il nodo delicato della governance del Pnrr – elemento che ha portato, tra gli altri, alla spaccatura con Renzi nel secondo Governo Conte – la bozza prevede «responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati e la gestione regolare corretta ed efficace delle risorse». Nel dettaglio, monitoraggio, rendicontazione e trasparenza e saranno incentrate al MEF «che monitora e controlla il progresso dell’attuazione di riforme e investimenti e funge da punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione Ue».
RECOVERY PLAN: 6 MISSIONI, 5 RIFORME
Confermate le 6 missioni principali sulle quale insisterà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, già contenute nelle prime bozze del Governo Draghi: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 19,1 mld; salute con 15,6 mld. I 30 miliardi previsti dal fondo “extra” del Recovery Plan andranno invece così redistribuiti nel piano messo a terra dall’esecutivo: 12 miliardi alla missione “green” (di cui 8,25 al Superbonus), 6,13 per digitale e mobilità (banda larga, 5G da 1,4 mld e sistema controllo ponti, tunnel, viadotti da 1,15 mld), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità.
A proposito del settore Salute, globalmente il Pnrr destina all’ambito più colpito dalla pandemia Covid-19 in tutto 19,72 miliardi di euro: di questi, 15,62 miliardi nel Pnrr; 1,71 miliardi di React Eu; 2,39 miliardi nel fondo complementare. Salgono invece le quote per l’istruzione e la ricerca nella nuova bozza approvata nel pre-Consiglio: invece che 26,66 miliardi per la scuola, diventano 31,9 miliardi divisi in nuovo progetti (24,1) e progetto già in essere (7,7). 6 missioni totali, 16 componenti per il Recovery Plan, 5 possibili riforme da accompagnare: il piano è assai articolato, come mostra l’ANSA nella bozza pubblicata «individuati 39 assi su cui sviluppare gli interventi (prima erano “linee” ed erano 48), che a loro volta si suddividono in 135 investimenti e 7 riforme». 2 riforme strutturali riguarderanno la Pubblica Amministrazione e la Giustizia, accompagnate però da altre 3 riforme “abilitanti” citate nella bozza Pnrr: semplificazioni, fisco, concorrenza.
IL MESSAGGIO DI DRAGHI AL SUMMIT SUL CLIMA
I tempi stringono per il Recovery Plan: domani l’approvazione in Consiglio dei Ministri, il 26-27 Draghi andrà in Parlamento per presentare a Camera e Senato i contenuti specifici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mentre entro il 30 aprile dovrà essere inviato il testo finale alla Commissione Europea per l’inizio della verifica (con l’arrivo di primi fondi si spera già tra fine giugno e luglio). Il tempo stringe però, per il Premier Draghi, anche sul fronte climatico ambientale e in questo il Next Generation Eu è una occasione irripetibile: «il Pnrr mira anche a supportare la transizione ambientale e rendere l’Europa ‘carbon neutral’ entro il 2050». Lo ha detto il Presidente Draghi intervenendo al Leaders Summit on Climate organizzato dalla Presidenza Biden per la Giornata della Terra 2021. «L’Italia è un Paese bellissimo ma molto fragile. La battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia per la nostra storia e per il nostro paesaggio. Ci dedicheremo alla sostenibilità e, allo stesso tempo, avremo un approccio multilaterale. Come presidenza del G20 uno degli obiettivi principali è poter prendersi cura del Pianeta», ha aggiunto il Capo del Governo davanti ai leader mondiali video collegati, concludendo «Dobbiamo cambiare il modo di lavorare e dobbiamo farlo rapidamente. Il Piano per la Ripresa dalla pandemia ci offre un’opportunità unica, quella di trasformare le nostre economie e realizzare un’economia più verde e inclusiva. Il nostro obiettivo è sostenere la transizione sostenibile in Europa e fare in modo che l’Ue raggiunga la neutralità climatica per il 2050».