I fondi del Recovery Plan per l’Italia sono a rischio? Difficile dare una risposta certa in questo momento ma la cosa sicura è che il Belpaese deve fare in fretta a mettere a punto il cosiddetto piano nazionale di ripresa e resilienza, il “programma di investimenti – come si legge sul sito del governo – che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere ala crisi pandemica provocata dal Covid-19”, il prima possibile e i linea con le richieste Ue. Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha spiegato, come riferisce il Corriere della Sera, che due giorni fa ha avuto un colloquio con il ministro Roberto Gualtieri «per discutere della preparazione del piano nazionale italiano: l’Italia ha già presentato un numero cospicuo di componenti, quindi tutto sommato vediamo che questo lavoro sta andando avanti».



L’ultima versione è stata migliorata rispetto a quella precedente, ma come sottolinea il quotidiano di via Solferino, restano criticità. Del resto anche il Commissario Gentiloni lo ha fatto chiaramente capire lunedì scorso, spiegando che il «progetto di piano italiano è ampiamente convergente e rispecchia i nostri obiettivi e politiche» ma che le bozze italiana e di altri Stati Ue «devono essere discusse, rinforzate e potenziate dal punto di vista di riforme, raccomandazioni specifiche per Paese e dettagli su calendari per raggiungere gli obiettivi che noi ci prefiggiamo».



RECOVERY PLAN, FONDI UE A RISCHIO? TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE

Dall’Ecofin che si è tenuto nella giornata di ieri è emersa in particolare la necessità di migliorare la combinazione fra riforme e investimenti, un’indicazione che riguarda anche l’Italia, anche se nella bozza del piano vi è già un equilibrio. Fondamentale che ora il governo passi alla definizione concreta dei progetti da attuare, inoltre, è necessario che il piano di investimenti sia coerente “con le raccomandazioni specifiche per Paese – scrive il Corriere della Sera – che per l’Italia prevedono una parte sulle pensioni ancora assente”. Manca la parte sulla concorrenza e i mercati dei prodotti, e inoltre non c’è l’indicazione del meccanismo attuativo, che arriverà però solamente dopo che la crisi di governo sarà passata. “Bruxelles non indica quale governance adottare – viene specificato a riguardo – ma chiede di avere una struttura con cui interfacciarsi sia a livello politico sia a livello tecnico e che permetta l’esecuzione del piano in maniera efficace”. Servono priorità vere e target precisi, altrimenti c’è il rischio che il piano non passi l’esame Ue e che il Recovery resti dov’è.

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