Il Governo è salvo (per ora): la tregua al termine delle consultazioni di Conte con le singole forze di maggioranza si raggiunge, pare, con l’eliminazione della “task force” di controllo al Recovery Plan, come richiesto da Italia Viva. Sentendo però le parole del Ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola al termine della seconda giornata di “verifica” in realtà la struttura di governance “parallela” al Governo sembrerebbe rimanere: «Abbiamo 52 progetti, che saranno analizzati e resi coerenti. La governance è nelle linee guida della commissione Ue, a pagina 33 l’Ue ci chiede una struttura che monitori i progetti del Recovery plan. Poi ogni paese sceglie come costruirla».
Secondo Amendola tale governance però non dovrà sostituire i ministeri, come invece temevano i renziani, «delineeremo queste norme come abbiamo sempre fatto in questi due giorni, lavorando con pragmatismo e coesione». Entro lunedì è atteso il documento di Italia Viva per mettere nero su bianco le modifiche da apportare al Piano nazionale di resilienza e ripresa, mentre domani il Consiglio dei Ministri convocato alle 16 non dovrebbe vedere sul tavolo il Recovery Plan (Milleproroghe e Manovra i temi all’org). «Serve mettere in campo una strategia di lungo respiro che tenga insieme green, salute e infrastrutture sociali e questo significa anche un riequilibrio delle risorse. La salute è l’elemento che tiene tutto insieme e ha bisogno di una diversa allocazione delle risorse», spiega la capogruppo al Senato di Leu Loredana De Petris uscendo da Palazzo Chigi, «renziani chiedono il Mes? La strumentalità a volte è commovente, qui il problema non è di accaparramento dei soldi ma di rafforzare i progetti che intrecciano la sanità con gli altri pilastri del piano, il green soprattutto».
BELLANOVA: “LA TASK FORCE NON C’È PIÙ”
«Il governo deve stare sereno se fa le cose. Se no è inutile», così il messaggio lanciato da Teresa Bellanova dopo le quasi due ore e mezza di vertice di Governo a Palazzo Chigi sul tema delicato del Recovery Plan. La tregua sembra permanere sul fronte governance («la task force non c’è più sul tavolo») mentre su tutto il resto del Pnrr le distanze tra Conte e renziani non sembrano ridursi: «Nei primi giorni della prossima settimana arriverà la risposta di Conte al documento che Iv gli farà avere sul piano».
Fonti di Governo riportano come entro lunedì dovrebbe arrivare il documento di Italia Viva sul tavolo del Governo, inevitabilmente “allungando” ancora una volta le tempistiche sulla formulazione del Recovery Plan: «Noi continuiamo a lavorare sul merito delle questioni. Ma oggi c’è un passo avanti. Finalmente Conte ha preso atto che le proposte di Italia viva sono positive e la task force nel testo», prosegue Bellanova fuori da Palazzo Chigi, specificando anche il tema delle presunte dimissioni di Italia Viva «Qui il problema non è se le ministre Bonetti e Bellanova danno le dimissioni, cosicché qualcuno può prenderne il posto. Il problema è come lavorare nell’interesse del paese. Noi vogliamo che l’Italia abbia le condizioni per vivere in serenità. Perché questo paese merita una classe dirigente adeguata a risolvere i problemi che ci sono, dalla crisi occupazionale ai vaccini, fino al Covid».
RENZI A CONTE: “ORA LA PALLA È A LUI”
«La palla adesso è nelle mani del Premier, dipende solo da lui. Le risposte le deve all’Italia, non a Italia Viva», così scrive Matteo Renzi nella Enews del 22 dicembre, mentre in parallelo la sua delegazione (Boschi, Rosato e le Ministre Bellanova e Bonetti) sono a colloquio con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. «Hanno scritto che siamo irresponsabili. Hanno scritto che facciamo tattica. Hanno scritto, ma, come spesso accade, non hanno letto. Non l’hanno letta, la nostra lettera a Giuseppe Conte. Altrimenti avrebbero scoperto che in quelle poche pagine non si parla né di poltrone, né di rimpasti. Si parla di come utilizzare i fondi più ingenti della storia del Paese per farci crescere, per diminuire la disoccupazione, per far rifiorire le aziende, per dare speranze ai nostri ragazzi. E per migliorare la nostra sanità, a partire dal Mes», ribadisce l’ex premier nell’ultimo “messaggio” lanciato a Conte e a tutta la compagine di Governo.
Di contro, il Ministro della Cultura e capodelegazione Pd Dario Franceschini risponde a distanza e per le rime: «Se si apre la crisi si va al voto. E sarà Conte contro il centrodestra, ce la giochiamo». Sulla possibilità però di trovare un accordo sul Recovery Plan si dice più possibilista la renziana Bellanova che prima di entrare a Palazzo Chigi spiega «Intanto è positivo che si parli di contenuti e non di task force, visto che l’emendamento in manovra non c’è. Finalmente discutiamo nel merito».
CONTE AL PD: “CDM PRIMA DEL 31 DICEMBRE”
«Dobbiamo approfittare di queste vacanze per lavorare in questi giorni, per cercare di fare tutte le interlocuzioni e arrivare in Cdm prima della fine dell’anno, tra il 26 e il 31 dicembre. Andare oltre sarebbe un pessimo segnale a noi stessi, al Paese e ai cittadini che stanno soffrendo», lo ha detto ieri sera il Presidente Conte incontrando la delegazione del Pd a Palazzo Chigi sul Recovery Plan e lanciando contemporaneamente una “tregua” a tutto il Governo, Italia Viva in primis. «Sui temi adesso c’è una proposta sul tavolo, è chiaro che adesso è tutto da discutere ma dobbiamo farlo in modo serrato e continuo nelle prossime ore e nei prossimi giorni perché il Paese attende. Sarebbe imperdonabile arrivare tardi o sottrarre tempo al Parlamento, non ce lo possiamo permettere quindi dobbiamo affrettarci», spiega ancora il Premier tentando di togliere “alibi” ai renziani per strappare nelle prossime settimane assai complicate.
Conte prende tempo, come si comprende anche dalle parole riportate da Adnkronos sulla task force del Recovery Plan: «occorrerà una riflessione ampia e condivisa. E’ chiaro che avremo bisogno di qualche strumento, che ci assicurerà innanzitutto un monitoraggio. Ce lo chiede l’Unione europea, che vuole un monitoraggio puntale, concentrato, centralizzato. Poi su questo però potremo tornare a ragionarci tutti insieme per trovare le migliori soluzioni nell’interesse collettivo. Non è pensabile, e non ci abbiamo mai pensato, che ci sia una struttura centralizzata che possa essere invasiva o possa intralciare le prerogative, i poteri, le facoltà ma anche responsabilità che competono alle amministrazioni centrali, territoriali, periferiche». Oggi alle 11 previsto l’incontro con Italia Viva mentre alle 13 la verifica si chiuderà con LeU.
M5S: “SERVE UN GRUPPO DI LAVORO”
«Bisogna fare in fretta. Ce lo chiede il Paese. I cittadini stanno per affrontare un Natale molto difficile, dobbiamo dare risposte», ha fatto sapere ai cronisti uscendo da Palazzo Chigi il capodelegazione del M5s Alfonso Bonafede dopo aver chiesto a Conte un gruppo di lavoro con rappresentanti delle forze di Governo per poter preparare al meglio il Recovery Plan prima del prossimo Consiglio dei Ministri che dovrà approvarlo definitivamente. «Su alcuni punti ci siamo trovati più vicini, su altri c’è ancora da lavorare come è normale che sia. Lo faremo discutendo, intorno a un tavolo, nella collegialità che richiede un progetto di questo tipo», prosegue Bonafede “lamentando” le richieste di Renzi e Italia Viva, «Lasciamo da parte ogni sterile polemica perché i cittadini italiani non meritano, in un periodo come quello che stiamo vivendo, di assistere ad uno spettacolino della politica che litiga, che parla di crisi di governo o di rimpasto, i cittadini vogliono vederci lavorare e noi dobbiamo dare questa risposta».
La verifica continua e solo dopo le interlocuzioni con Pd, Iv e Leu si potrà avere un’idea più chiara di come si strutturerà la “road map” del Recovery Plan, fermo restando che entro i primi giorni di gennaio dovrà essere inviato il Pnrr a Bruxelles.
CONTE: “RESTANO LE 6 MISSIONI MA…”
La delegazione del Movimento 5 Stelle è uscita da Palazzo Chigi, con la “staffetta” col Pd avvenuta poco prima delle 19: «Oggi non si chiude nulla, oggi inizia una interlocuzione ma l’interlocuzione deve procedere in modo costante e serrato perché è interesse di tutti e in particolare della intera comunità nazionale che il Recovery Plan procede speditamente perché non possiamo permetterci ritardi», avrebbe detto il Premier Conte, secondo fonti di Governo all’Ansa, nell’incontro con Bonafede, Crimi, Crippa, Di Maio e Licheri sul Recovery Plan italiano. «Il Piano nazionale deve riflettere e riflette le indicazioni del parlamento sulle linee guida. Ringrazio i parlamentari che hanno lavorato nelle rispettive commissioni a quelle relazioni che sono state fatte con impegno: Non vedo l’ora di mandare il documento di aggiornamento per poi ricevere ulteriori indirizzi e predisporci al piano finale». Davanti alle richieste-ultimatum lanciate da Italia Viva ancora questo pomeriggio con il coordinatore Rosato («niente task force»), Conte avrebbe aggiunto «Nel Recovery Plan ci sono 6 missioni, che si articolano in 18 componenti. A supporto dei progetti c’è la riforma della giustizia, una riforma di sistema che è stata tenuta separata dalle sei missioni ma che sarà un pilastro del recovery: su questo, come sistema Paese, ci giochiamo una parte ingente di credibilità».
Secondo il renziano Rosato a Rai News24, «Come fa Conte a convincerci di andare avanti? Non è questione di una parole, bisogna ristabilire una collegialità di governo. Sul tema del Recovery oggi il presidente del Consiglio ha ripreso in parte alcune questioni che avevamo posto quando ha detto che le risorse debbano essere allocate con una discussione seria con Comuni, Regioni e opposizione». Nel frattempo la delegazione dem composta da Franceschini, Orlando e Cecilia D’Elia sono in colloquio con il Presidente del Consiglio.
CONTE: ”È IN GIOCO TUTTO, NON POSSIAMO FALLIRE”
«Non ci possiamo permettere ritardi sul Recovery Plan, dobbiamo trovare presto una sintesi efficace», lo ha spiegato il Premier Conte intervenendo in videoconfeenza all’inaugurazione del Data Center di Modena e anticipando gli incontri di oggi e domani sul Recovery Plan con tutti i partiti della maggioranza. «Il Recovery Plan dovrà essere un progetto nazionale con tutte le istanze delle parti sociali e dovrà tornare in Parlamento per l’approvazione»; il Capo del Governo rimarca poi come la tabella di marcia resta serratissima, «Non possiamo permetterci distrazioni su questo versante. Non possiamo fallire: ne va della credibilità del paese in Europa».
Intanto sono stati fissati gli altri due incontri di domani per la seconda verifica di Governo: alle 11 l’appuntamento con la delegazione di Italia Viva a Palazzo Chigi, alle 13 invece quello con LeU-Sinistra Italiana. La crisi di Governo resta sempre sullo sfondo, con le acque molto agitate della maggioranza ‘appesa’ alle decisioni di Matteo Renzi proprio sulle specifiche strutture del prossimo Recovery Plan. La vigilia però non si preannuncia affatto semplice: «A noi nessuno ha detto niente. Se il cambio di metodo che chiedevamo è che dobbiamo apprendere la convocazione delle riunioni dagli sms di Casalino alle agenzie significa che a Chigi non hanno capito cosa stanno rischiando», attacca Renzi tramite fonti riportate da Adnkronos e Ansa.
CONTE CONVOCA I PARTITI SUL RECOVERY PLAN
Una riunione con tutte le singole forze di Governo attende il Presidente Giuseppe Conte tra oggi e domani o, forse più esattamente, una “seconda” verifica di Governo dopo quella non molto fruttuosa della scorsa settimana. La vera sfida si scrive sì Recovery Plan, ma si legge crisi di Governo: dopo gli ultimatum di Renzi e Italia Viva, da ultimo le parole durissime del coordinatore Ettore Rosato ieri («non c’è più la fiducia, Conte l’ha sciupata. Pronti al passo indietro») il Capo del Governo prova a riunire tutti i “cocci” per scongiurare la crisi in gennaio già volte “ipotizzata” da diversi retroscena ‘di palazzo’ in questi convulsi giorni a ridosso del Natale. Alle 15.30, secondo l’annuncio dato da Palazzo Chigi, Conte inizierà a ricevere le delegazioni per una “nuova” due giorni di riunioni serrate con le singole forze di maggioranza: si parte con il Movimento 5 Stelle mentre alle 19 seguirà la delegazione del Partito Democratico. Per la giornata di domani invece previsto prima l’incontro con Italia Viva e Matteo Renzi, poi in serata il confronto con LeU e il Ministro Speranza.
I renziani stamani con Rosato ancora e con le Ministre Bellanova e Bonetti hanno ribadito come «Conte non sia l’unica soluzione per il Paese» e che il “passo indietro” resta ancora una delle ipotesi principali, mentre dal Pd con Boccia il monito ai renziani è netto «se finisce quest’alleanza di governo l’unica alternativa è il voto». Dal M5s, il capodelegazione al Governo Bonafede è ancor più duro «Anche oggi Iv in cerca di visibilità, irresponsabili gli attacchi quotidiani all’esecutivo di cui fa parte» mentre già ieri Di Maio da Fazio in tv aveva lanciato attacchi a Renzi e Italia Viva «Io sostengo il presidente Conte e tutto questo chiacchiericcio serva proprio a dividere e mettere zizzania. Il mio nome è stato spesso associato a ‘premier’, ma io voglio andare avanti con questo governo, continuare a fare il ministro degli Esteri. Le ambizioni personali vanno messe da parte: non è il momento di mettere in discussione il premier».
LE RICHIESTE DEI PARTITI
Insomma, la situazione è tutt’altro che omogenea nel Governo Conte-2 che si appresta a concludere il Recovery Plan da consegnare entro gennaio alla Commissione Europea: le “minacce” di Renzi, gli sfilacciamenti del M5s al proprio interno, le diverse anime del Pd e una pandemia globale che dopo l’arrivo anche della “variante inglese” non promette sonni tranquilli in vista della campagna di vaccinazione. Il Quirinale osserva e monitora i diversi malumori sempre più crescenti attorno al Governo, mentre le opposizioni in maniera “disordinata” tentano strade per trovare nuove maggioranze prima delle Elezioni eventualmente da fissare già l’anno prossimo: ma è il Recovery Plan il fulcro ora chiave per capire se questa maggioranza rimarrà tale o se avvertano stravolgimenti già a partire dai primi mesi del 2021. Sui punti nodali, il M5s appoggia la cabina di regia di Conte ma vuole “parlamentarizzare” la struttura di azione; Pd con LeY non pongono ultimatum a Conte sulla governance ma concordano sul dover alzare i 9 miliardi “ipotizzati” da Palazzo Chigi sulla Sanità.
Da ultimo Renzi che già nella prima verifica di Governo al Premier aveva ribadito «Non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al governo». Secondo Repubblica, inoltre, sul tavolo della nuova riunione di Governo vi saranno anche i temi scottanti di Mes, Fisco, Riforme istituzionali, riconversione Green: infine Renzi in un breve video sui social stamane torna ad attaccare l’esecutivo di cui fa parte «non si può continuare a dire “andrà tutto bene” e poi colpevolizzare i cittadini: servono più soldi per la sanità, si chiama Mes con 36 miliardi da prendere subito mentre i 9 miliardi del Pnrr originari per la sanità li mettiamo subito su cultura e turismo». Il leader di Italia Viva lancia l’ultimo appello, «non stiamo discutendo di piccole polemiche di parte ma di come gestire il futuro del Paese».