Il Governo Draghi ha ufficialmente inviato il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Parlamento in modo da poter sostenere – lunedì alle 16 alla Camera e martedì alle 16 in Senato – le comunicazioni del Presidente del Consiglio sull’invito del Recovery Plan italiano alla Commissione Europea entro e non oltre il 30 aprile 2021. Dopo giorni travagliati e un Cdm che è stato slittato per ore, il Governo ha trovato una sintesi sui nodi principali redigendo il testo finale ultimato in (quasi) tutti i suoi capitoli.



Il Piano “rivoluzionato” dal Governo Draghi rispetto al Conte-2, si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU, il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica) e prevede: 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU; ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale del Pnrr è di 222,1 miliardi di euro da destinare per rilanciare l’economia e la struttura privata- pubblica di questo Paese dopo la crisi Covid-19: 6 missioni, 4 (+1) riforme, 39 assi, 135 investimenti. I numeri sono tanti e andranno evidenziati nel dettaglio dal Premier Draghi a Camera e Senato nei primi giorni della prossima settimana.



PNRR: GOVERNANCE E CRESCITA

Dopo lo “sblocco” della trattativa ieri con Bruxelles, grazie alla chiamata dell’ex BCE alla Presidente Von der Leyen (chiedendo fiducia e rispetto nell’Italia dopo le polemiche sollevate dai funzionari della Commissione), il PNRR rende pienamente definita la struttura di governance che agirà e monitorerà il pieno rispetto del Recovery Plan italiano in tutte le sue fasi. La governance del Piano prevede «una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse», si legge nel comunicato di Palazzo Chigi in merito al trasferimento del testo finale in Parlamento. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro: «il Ministero dell’economia e delle finanze monitora e controlla il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea». Il Governo Draghi prevede che nel 2016 il Pil italiano avrà un +3,6% rispetto allo scenario di base: «Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali».



Tra riforme, sud, digitalizzazione, rilancio per donne e giovani, oltre ai piani “collaterali”, l’impatto complessivo del PNRR sul Pil Italia secondo l’esecutivo è stimato in 16 punti percentuali. Fronte riforme, il Piano Draghi prevede 4 macro-riforme a sostegno e in parallelo allo sviluppo del Recovery Plan: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione normativa e concorrenza, cui si aggiunge una quinta legata all’emergenza fiscale. A livello complessivo, spiega il Governo, «il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale».

LE 6 MISSIONI DEL RECOVERY PLAN

Nel testo finale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vengono confermate le 6 missioni principali sulle quale insisterà il Recovery Plan, già contenute nelle prime bozze del Governo Draghi. Tra PNRR e Fondo complementare, le risorse stanziate salgono a 222,1 miliardi di euro: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 49,2 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 68,6 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 31,4 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 22,4 mld; salute con 18, 5 mld. Ecco in pillole cosa riguardano e quali novità introducono le 6 missioni centrali del Recovery Plan italiano:

Prima missione: Digitalizzazione (49,2 mld, 40,7 PNRR+8,5 Fondo complementare)
«Trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura; gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese». Progetti su Piano Italia 5G, connettività, infrastrutture digitali

Seconda missione: Green (68,6 mld, 59,3+9,3)
«migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile». Rinnovo trasporto pubblico locale, energie rinnovabili, filiera dell’idrogeno, infrastrutture idriche, efficienza energetica edifici (Superbonus rinnovato fino al 2023)

Terza missione: Infrastrutture (31,4 mld, 25,1+6,3)
«sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese. Il Piano prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud». Progetti su linee ferroviarie regionali, sistema portuale e digitalizzazione della catena logistica

Quarta missione: Istruzione e ricerca (31,9 mld, 30,9 +1)
«rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia». Progetti come risanamento strutturale degli edifici scolastici, riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea

Quinta missione: inclusione e coesione (22,4 mld, 19,8+2,6)
«facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale. Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile». Progetti a favore di disabili, zone economiche speciali, giovani e minoranze

Sesta missione: Salute (18,5 mld, 15,6+2,9)
«rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità». Progetti come l’assistenza domiciliare potenziata,  telemedicina e l’assistenza remota, aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura.

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