Red Hot Chili Peppers, chi è la band celebre in tutto il mondo

I Red Hot Chili Peppers sono noti in tutto il mondo per la loro musica e i tanti successi collezionati negli anni, al punto da divenire una delle formazioni artistiche più conosciute a apprezzate di tutti i tempi. Amori, pazzie ed eccessi hanno caratterizzato la band, non solo i grandi successi musicali collezionati in molti anni. I Red Hot Chili Peppers sono formati dalla voce Anthony Kiedis, Flea al basso e ai cori, John Frusciante alla chitarra e ai cori e Chad Smith alla batteria e alle percussioni. Basti ricordare come in passato il bassista Flea dichiarò riguardo agli attacchi ricevuti sugli eccessi di sostanze stupefacenti: “Che voi ci crediate o meno, io non sono mai davvero diventato dipendente dalle droghe. Le ho sperimentate in modo estremo, al punto da farmi davvero male”.



Il leader dei Red Hot Chili Peppers Anthony Klevis ha invece avuto un rapporto burrascoso con il padre e spesso è finito sulle prime pagine di gossip, basti pensare alla sua attuale relazione con una donna di 40 anni più giovane, mentre l’unione con i suoi compagni di gruppo dura da oltre 30 anni e sembra inscalfibile, come dimostrano i tanti successi sfornati, i record impilati e e i brani amatissimi che risuoneranno anche alla Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024.



Red Hot Chili Peppers ospiti alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024

Nonostante una carriera costellata di successi la band americana non ha mai saputo accontentarsi e anche il recente cambio di produttore si è rivelato utile per regalare nuova musica ai fan, sempre dalla loro parte e saranno pronti a sostenerli anche durante la Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024.

In una intervista concessa a Vanity Fair, però, i Red Hot Chili Peppers hanno ammesso che non è stato banale passare di consegna e entrare in una nuova dimensione artistica: “È stato faticoso, quando abbiamo chiesto a Brian (vero nome di Danger Mouse, ndr) di produrci avevamo già pronti 20 brani che per noi erano buoni, ma a lui non sono piaciuti, è stato uno shock: quando lavori a un brano a lungo, ti affezioni, perdi lucidità e non capisci più se funziona”.