Il green pass è un «ricatto» per Red Ronnie, all’anagrafe Gabriele Ansaloni. Ne ha parlato a “La Confessione” di Peter Gomez. «Ho dovuto fare il tampone e venire in macchina, perché non potevo prendere il treno», ha spiegato il giornalista e critico musicale. Per il green pass è scoppiato un caso a Messina, che però lui ha ridimensionato. «Chiamai il sindaco De Luca per sapere se c’erano due opere di Caravaggio a Messina. Decisi allora di pubblicizzarle. Mi chiesero però il green pass, quindi chiesi di parlare col direttore per spiegargli che stavo facendo una sceneggiata per il museo. Cos’è successo? Improvvisamente ora tutti sanno che ci sono le due opere». Nell’intervista è tornato su temi che solitamente affronta sui social, suscitando diverse polemiche.
A partire dal Grande reset: «Questo non è un progetto italiano, ma mondiale. Questo è un cambiamento epocale, arriva il 5G, arriva una nuova era dove serve meno manodopera, quindi è più comodo avere le persone a casa a non fare nulla che a lavorare». Red Ronnie si è però stupito del fatto che se ne parli in tv, come ad esempio ha fatto l’amico Carlo Freccero. «Piano piano una verità viene fuori… Freccero mi ha detto che quando ha visto il mio sfogo dopo la morte di Donno ha deciso di dire basta».
RED RONNIE SU COVID, BUFALE E VACCINI
A proposito del coronavirus, Red Ronnie si è mostrato molto scettico: «Esiste un virus, ma esistono cure e prevenzione. Io da sempre mi batto per la prevenzione. Dal 1990 sono diventato vegetariano e dal 1995 sono vegano, quindi non mi ammalo perché le mie difese immunitarie sono alte». A “La Confessione” ha spiegato di aver voluto dare spazio a chi non ne ha avuto in televisione, cogliendo l’occasione per criticare alcuni esperti. «In televisione ci hanno fatto bere le parole di un esperto di zanzare come Crisanti e di una veterinaria… Non viene dato spazio a tanti medici che con le cure domiciliari hanno guarito tutti i loro pazienti, anzi sono stati sospesi». Allora Peter Gomez gli ha chiesto conto delle tante bufale che girano sui social, ma Red Ronnie ha replicato spiegando che girano anche in tv: «Sento un ministro dire il 2 febbraio che non c’è alcuna epidemia, ma la Gazzetta Ufficiale il 31 gennaio aveva dichiarato che c’era una pandemia. Le persone hanno abbandonato la televisione per rivolgersi a internet, perché la comunicazione è rivolta verso solo una direzione». Sul vaccino invece preferisce non sbilanciarsi: «A me non interessa parlare dell’efficacia del vaccino. Io ho iniziato a dubitare dei vaccini dopo aver visto uno spettacolo di Beppe Grillo. Ha cambiato idea? Lo ha fatto su tante cose».
LA “CONFESSIONE” A DE DONNO
Ma Red Ronnie si è soffermato anche sulla morte di Giuseppe De Donno, il medico che aveva sperimentato le cure col plasma per i malati di Covid. «Mi è stato segnalato dalla Nazionale italiana cantanti perché stava salvando le persone col plasma. Il problema è che costa poco, quindi è stato attaccato da tutti. Il primo giorno è andato in sette programmi televisivi, l’ultimo è stato a Porta a porta dove è stato massacrato». A “La Confessione” ha spiegato che il medico è stato «ridicolizzato» e che era «molto religioso», motivo per il quale ha fatto accenno al suicidio a cui non crede. «È stato portato, non so come… Non ho visto l’autopsia, non l’hanno pubblicato. Ho parlato con tanti medici e uno se vuole porre fine alla sua vita può farlo in maniera dolce». Quindi, lo ha definito «una persona meravigliosa», sostenendo che «ha salvato 58 malati terminali che non sono stati intubati. Gli hanno sottratto la ricerca e il protocollo. Lui è il vero martire di tutto questo». Alla fine dell’intervista si è rivolto direttamente al medico morto: «Giuseppe, a me dispiace non averti chiamato dopo averti intervistato e aver visto che sei uscito dall’ospedale per proseguire la tua missione di medico privatamente. Solo questo mi dispiace, per il resto sappi che si sta ancora parlando di te, la tua azione non è stata inutile. Il tuo credere nel salvare gli altri funziona ancora oggi. Ciao Giuseppe, tanto lo so che sei nell’altra dimensione, questa non è l’unica vita che viviamo».
IL “CASO” SAN PATRIGNANO
Ma Red Ronnie aveva anche commentato il caso eclatante di San Patrignano, il ritrovamento cioè del cadavere martoriato di Roberto Maranzano, che fu ospite per oltre un anno della comunità di recupero per tossicodipendenti. «In un paese di 2000 abitanti, in 17 anni, può accadere un omicidio? Sì, può accadere. La comunità ospitava 2000 delinquenti», ha risposto a Peter Gomez che gli aveva chiesto se ci sono due Vincenzo Muccioli o due fasi di San Patrignano. «A San Patrignano ci sono 2000 delinquenti, in cui quello che ha fatto meno, ha compiuto il reato di spaccio. C’erano persone con l’articolo uno, vuol dire pericolo: gente che ha fatto rapine, gente che ha puntato la pistola, gente che veniva affidata lì dai tribunali, gente che Muccioli riscattava. Ecco, in 17 anni in un paese di 2000 abitanti, sto parlando di un paese normale, non un paese di ex delinquenti, può accadere un omicidio? Sì, può accadere», la spiegazione di Red Ronnie.