Una delle tasse considerata più alta che l’Italia ha è sicuramente il capital gain, ma per quanto concerne i redditi finanziari, la legge delega è intervenuta cercando di ammorbidire i toni e consentendo anche uno sconto sulle minusvalenze.
In pratica se prima si pagava il 26% di imposta per le plusvalenze, adesso oltre ad essere accorpata in un’unica tassa tutte le rendite finanziarie, vengono anche considerate in compensazione le minusvalenze. Per quanto concerne i titoli di stato invece questi godono sempre dell’imposta del 12,5%.
Redditi finanziari: verso l’imposta unica e la deduzione delle minusvalenze
Così come evidenziato anche su Il Sole 24 Ore, il governo ha deciso di accantonare le distinzioni tra redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria: quindi tra interessi, dividendi e capital gain adesso interviene una sola categoria che include tutte le rendite finanziarie. È stata dunque prevista la tassazione per cassa, cancellando uno dei principi della riforma Visco dell’imposizione sul maturato a fine anno.
Il viceministro alle finanze Maurizio Leo ha messo a punto lo schema della legge delega dichiarando che: “Andremo a definire una sola categoria di redditi di natura finanziaria, tassati per cassa e permetteremo di dedurre le perdite, con la possibilità di riporto fino al quarto anno successivo“.
È proprio questo l’elemento di novità che rende più appetibile la legge delega anche per gli investitori finanziari che fino ad oggi hanno dovuto soltanto pagare il 26% sulle plusvalenze ma accollarsi integralmente le perdite. Questo particolare elemento della legge delega deve essere però razionalizzato anche ai principi relativi alle regole internazionali e dovrà integrare anche i codici.
Redditi finanziari: introdotta la “tassazione per cassa del realizzato”
Di sicuro la tassazione per cassa del realizzato “rispetta al principio di capacità contributiva, al contrario del maturato a fine anno” che era previsto dalla riforma Visco. E quanto precisato dallo stesso Maurizio Leo: la delega prevede un’imposta sostitutiva sui redditi di natura finanziaria sul risultato realizzato nell’anno solare che è dato dalla differenza tra le voci positive e quelle negative con la possibilità di riportare i valori negativi negli anni successivi.
Attualmente nella bozza non si parla di aliquote Ma si precisa che per i titoli di Stato la tassa resta quella del 12,50%.
È prevista una disciplina organica anche per la tassazione dei prodotti finanziari collegati alle tecnologie digitali che possa integrare le direttive europee.
Il problema derivante dall’impossibilità di dedurre le perdite derivanti dalla liquidazione di società in crisi viene poi superato all’interno della legge delega con Maggiore concessioni, ma anche e soprattutto perché viene meno la differenza tra i redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria.
Inoltre i collezionisti d’arte al di fuori dell’esercizio di impresa avranno un IRPEF commisurata alle loro proprietà: saranno però esclusi coloro che non presentano l’elemento speculativo tra cui i beni ereditati in successione o donazione.