Il reddito alimentare per il 2024 è la nuova misura con cui il Governo sarebbe intenzionato ad aiutare i soggetti in evidenti e soprattutto reali, difficoltà economiche. Si tratta di poter sfruttare le risorse economiche – appositamente pensate per questo – che possano garantire “cibo gratis“.



Dopo l’abolizione del Reddito di Cittadinanza (che avrebbe prodotto più occupazione), arriva l’accesso a questa nuova misura, che mette in campo 5 milioni di euro investiti per un intero triennio 2024 – 2026, e stanziato a sua volta dal cosiddetto “Fondo del Reddito Alimentare“.

Parte il reddito alimentare 2024: come funziona?

Il reddito alimentare del 2024 sarà fonte di collaborazione tra i Comuni italiani, i grandi distributori e chi ha aderito all’iniziativa, con l’obiettivo di distribuire e raccogliere il cibo, per poi distribuirlo alle famiglie o ai soggetti più bisognosi.



Nel frattempo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pensato bene di pubblicare un avviso che contenga tutte le informazioni che riguardano i Comuni italiani coinvolti nella misura, con scadenza fissata al 31 marzo per la presentazione dei progetti.

Questa misura è stata adottata per contrastare la povertà e adottare una nuova politica di inclusione sociale, cosicché nessun soggetto possa restarne escluso o soffrire “la fame”.

L’obiettivo è pienamente in linea con la pianificazione europea 20212027, dove si mira ad affrontare e contrastare la povertà assoluta, evitando che possa sussistere una grave deprivazione materiale (mirando sia all’assistenza tempestiva che al potenziamento delle capacità di intervento per quel che riguarda gli enti del terzo settore).



Un futuro più sostenibile

Il reddito alimentare 2024 è soltanto una delle tante soluzioni che il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, vorrebbe mettere in atto al fine di contribuire ad un miglior sostegno economico.

Ma non solo, dato che il cibo gratuito sarà quello “invenduto” in tutto l’arco di una giornata, questo messaggio potrebbe veicolare anche la lotta allo spreco alimentare, introducendo una nuova cultura decisamente migliore.