A fronte delle 982mila domande di reddito di cittadinanza accolte dallo stato, va segnalato un dato significativo ma in negativo: solo il 7% di coloro che percepiscono il sussidio di cui sopra, e che risultano essere occupabili, ha firmato il patto per l’occupazione. Come specificato dai colleghi di TgCom24.it si tratta di 50mila su 700mila, numeri che sono stati comunicati dalle regioni al ministero del Welfare e che confermano come la cosiddetta fase 2 del reddito, quella appunto dedita al ricollocamento delle persone che percepiscono il reddito, si sia in parte incagliata. A circa sette mesi dall’emissione del primo assegno, quindi, solo 200mila persone sono state contattate dai centri per l’impiego, e di questi circa un terzo, 70mila, ha sostenuto un primo colloquio e in 50mila hanno poi sottoscritto il patto per il lavoro. Va ricordato che coloro che rifiuteranno tre proposte presentate dallo stato, perderanno il diritto di percepire il reddito di cittadinanza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REDDITO DI CITTADINANZA: UN MLN DI DOMANDE ACCOLTE

Secondo le tabelle che accompagnano i dati dell’Inps – aggiornati all’8 ottobre – il Reddito di Cittadinanza nei primi mesi di “vita” ha visto quasi un milione di domande accolte a fronte di 415 mila respinte: nel dettaglio, spiega l’Istituto, sono ben 982mila le domande di Reddito e pensione di cittadinanza accolte fino ad inizio ottobre; sono invece 126mila quelle in lavorazione mentre 415mila quelle respinte o cancellate. A livello di cifre e di spesa, sono ben 2,28 milioni le persone coinvolte nei nuclei familiari che ricevono ogni mese l’assegno del Reddito di Cittadinanza: di questi, 1,47 milioni sono distribuiti da Sud e Isole con un importo medio al mese stimato dall’Inps a 482,36 euro. Sempre secondo le tabelle dell’Istituto, l’importo della misura di contrasto alla disoccupazione varia a seconda delle componenti del beneficio; l’assegno più alto, 613 euro mensili, risulta quello percepito dai nuclei beneficiari del Reddito con a carico un mutuo. Per quanto riguarda invece il beneficio più basso – 212 euro – arriva per chi ha una pensione di cittadinanza con a carico un affitto. Osservando gli ampi risultati presentati dall’Inps ai maggiori organi di stampa, si scopre che la maggioranza delle domande pervenute arrivano dal Caf (79%) e dai patronati di Poste Italiane (21%), mentre il sistema dei navigator ancora stenta ad ingranare dopo le difficoltà di selezione e reperimento presso le varie Regioni.



LE SPESE DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Le regioni del Sud e delle Isole, con 849mila nuclei (56%), detengono il primato delle domande pervenute per il Reddito di Cittadinanza; seguite dalle regioni del Nord, con 425mila nuclei (28%), e infine da quelle del Centro con 249mila nuclei (16%). Per quanto riguarda invece i nuclei effettivi percettori di Reddito, si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, con il 61% del totale delle prestazioni erogate: seguono le regioni del Nord con il 24% e infine il Centro con il 15%. La regione con maggior numero di famiglie percettori del Reddito è la Campania con il 19% delle prestazioni erogate, segue Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%): in queste quattro regioni risiede il 54% dei nuclei beneficiari. Sul fronte della spesa pubblica che sottende il Reddito di cittadinanza – confermato per il prossimo anno nella nuova Manovra 2020 allo studio del Governo Pd-M5s – tra aprile e settembre sono stati spesi circa 2,4 miliardi di euro per il Reddito o Pensione, «probabile che a fine anno la spesa complessiva resti sotto i 4 miliardi con un risparmio rispetto alle risorse stanziate (5,6 miliardi) largamente superiore a 1,5 miliardi». Nei primi tre mesi della misura voluto dal Movimento 5 Stelle la spesa è stata per poco più di un miliardo mentre nei tre mesi successivi si è raggiunta quota 1,4 miliardi, in lieve aumento.

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