Se il reddito di cittadinanza, recentemente oggetto di modifica mediante il decreto aiuti, ha generato numerose discussioni all’interno del dibattito fra gli italiani e all’interno del mondo politico, c’è una misura che sta mettendo piede nel Galles e ha già dato importanti risultati, tanto da essere considerata come misura di welfare da introdurre anche nei paesi europei e in Italia. Parliamo del reddito di base che concerne l’erogazione al singolo cittadino di 1700 euro al mese.
Reddito di base di 1700 euro: a chi è destinato
Il reddito di base è un contributo mensile di 1.700, molto più alto rispetto al reddito di cittadinanza, che concerne l’erogazione di 780 euro anche per il singolo che versi in uno stato di necessità. Le differenze tra il reddito di cittadinanza e il reddito di base a 1700 euro sono sostanziali: non soltanto dunque per quanto concerne gli importi mensili, ma anche perché il reddito di cittadinanza concerne la stipula di un patto di lavoro e dunque presuppone un accordo provvisto di clausole, l’inosservanza delle quali consentirà la perdita del contributo. Inoltre il reddito di cittadinanza può essere erogato soltanto a coloro che sono al di sotto del tetto minimo fissato dall’indice ISEE di 9360 euro.
Il reddito di base a 1700 euro invece non ha una soglia ISEE minima, non ci sono requisiti di reddito da dimostrare e può essere percepito da tutti i giovani che decidono di intraprendere un percorso autonomo rispetto ai genitori. Quindi coloro che hanno voglia di cucinarsi da soli, cercarsi un lavoro, prendere in affitto una casa e quant’altro.
La misura è stata ideata nel Galles dove ad oggi costituisce una delle più importanti misure di welfare nei confronti dei giovani che vogliono separarsi dai genitori. Il reddito di base a 1700 euro serve a rafforzare il rispetto generazionale e dunque accompagnare i giovani nel periodo di transizione dall’adolescenza all’età adulta, aumentando la responsabilità di ciascuno anche nei confronti dello Stato.
Reddito di base di 1700 euro: le ragioni alla base di questo contributo di welfare
L’idea è che il giovane veda appunto nello stato una sorta di famiglia e che dunque l’età adulta potrà essere vissuta in relazione alla propria capacità contributiva. Per fare questo è necessario che il giovane prenda coscienza dei propri limiti e quindi impari a sperimentarsi anche da solo. In questo modo il giovane adulto potrà testare le proprie capacità finanziarie e di risparmio così da avere un nuovo sprint per introdursi nel mondo del lavoro senza necessariamente dover contare sui genitori.
La misura nel Galles ha avuto un grande successo e per questo molti paesi europei stanno considerando l’idea di introdurla.
Allo stesso tempo L’Unione Europea ha considerato la possibilità di introduzione di un reddito di cittadinanza europeo.