I furbetti del Reddito di cittadinanza hanno le ore contate grazie ai controlli di legittimità che il legislatore ha previsto di mettere in campo. La verifica avviene a tappeto su tutte le domande in base alle informazioni presenti nelle banche dati a sua disposizione. Si tratta dunque di controlli preliminari di legittimità che possono essere svolti d’ufficio. Ma cosa si rischia?
Reddito di cittadinanza: la tipologia di controllo
Tutti i furbetti del reddito di cittadinanzacontrolli preliminari di legittimità. Nello specifico, i dati anagrafici, di residenza, di soggiorno e di cittadinanza dichiarati in ogni domanda del Reddito di Cittadinanza vengono preventivamente verificati dall’INPS, sulla base delle informazioni presenti nelle banche dati in dotazione all’Istituto. Qualora, a seguito di tale controllo, dovessero emergere situazioni di incertezza in merito ai requisiti anagrafici, l’INPS potrà richiedere informazioni aggiuntive ai Comuni mediante il Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza.
Durante questa fase l’erogazione delle somme viene sospesa: trascorsi 120 giorni senza alcuna comunicazione da parte del Comune, il pagamento viene riattivato, ma il responsabile del procedimento dell’ente territoriale che deve fornire i dati risponde per il danno erariale causato dall’eventuale erogazione di somme non dovute.
Reddito di cittadinanza: cosa si rischia
I Comuni, invece, all’atto della presentazione della domanda per il Rdc devono effettuare le verifiche sostanziali e i controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nell’istanza e sull’effettivo possesso dei requisiti (che verrà accertato anche successivamente all’erogazione del sussidio).
Per lo svolgimento di tali verifiche, l’INPS rende disponibili ai Comuni le informazioni rilevanti tramite la piattaforma del Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza. Tramite la stessa piattaforma i Comuni dovranno rendere noto all’INPS l’esito delle proprie verifiche.