Il governo meloni fa dietrofront anche sul reddito di cittadinanza che sarebbe dovuto scomparire entro il 2024 e in effetti così sarà, ma almeno nella sua forma più apparente perché, andando in fondo il reddito di cittadinanza è stato invece triplicato: Gil, Pal e Gal.

Reddito di cittadinanza 2023: addio, sta per arrivare il GIL

Sembra un gioco di parole, ma la prima significa garanzia per l’inclusione e presenta qualche correttivo al reddito di cittadinanza 2023, così come lo conosciamo oggi. Quest’ultimo è stato riformato anche nei mesi di rinnovo del 2023 che, sulla base delle precedenti modifiche, sarebbero dovuti essere soltanto 7. Invece il reddito di cittadinanza potrà essere fruito ancora fino a tutto il 2023, per i nuclei familiari che abbiano persone disabili, minorenni oppure persone con almeno 60 anni di età e i soggetti non attivabili al lavoro. Il GIL è il fratello più stretto del reddito di cittadinanza. Poi abbiamo altre due misure di importo ridotto che concernono nella gestione di massimo 350 euro a persona vale a dire coloro che sono più abili al lavoro e che possono richiedere la prestazione di accompagnamento al lavoro con un valore di 350 euro al mese. Se il nucleo familiare è composto da più persone per ciascuna di esse si potrà richiedere una maggiorazione di 175 euro.



Reddito di cittadinanza 2023: cosa sono Gil, Pal e Gal

Sono queste le modifiche sostanziali introdotte attraverso il decreto lavoro. Torniamo alla prima forma di assistenza: il Gil è un integrazione al reddito familiare fino a 6000 euro all’anno che viene moltiplicata per il parametro della scala di equivalenza.



Esattamente come il reddito di cittadinanza, anche il Gil ha una seconda integrazione del reddito che concerne i nuclei che risiedono nelle abitazioni concesse in locazione, con contratto registrato con un massimo di 3.360 euro all’anno, vale a dire 280 euro al mese per coloro che hanno un contratto di locazione dichiarato ai fini ISEE.
Per ogni scadenza del Gil e per ogni rinnovo è richiesta però la sospensione di un mese, ma questo può essere erogato per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi, esattamente come avviene per il reddito di cittadinanza. Può essere rinnovato anche per altri periodi di 12 mesi ciascuno.



Il Pal e il Gal sono gli altri due sussidi che sono rivolti a coloro che hanno terminato i sette mesi di fruizione del reddito di cittadinanza che non possono più rinnovarlo perché sono abili al lavoro e di età compresa tra 18 e 59 anni. questo potrà essere richiesto a partire dal primo settembre 2023 e il suo valore economico mensile è di 350 euro per ciascun richiedente, nel limite massimo della precedente misura, il cosiddetto reddito di cittadinanza.

Il GAL invece entrerà a far parte del sistema di welfare a partire dal primo gennaio 2024 e favorirà l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone che sono a rischio di esclusione sociale lavorativa e che non possono accedere al GIL.