Dal momento che il reddito di cittadinanza è stato oggetto di discussioni sia in campagna elettorale che fuori, il dubbio di molti italiani è se dovesse essere riconfermato. La misura infatti in tre anni è costata 27 miliardi di euro. E quindi, proprio in forza di ciò, in un momento in cui lo stato dovrà spendere molto denaro, chi è che potrebbe riconfermare questa misura di welfare pensata per essere resa strutturale all’interno del mondo del lavoro?
Reddito di cittadinanza 2023: perché c’è chi non lo vuole?
Il problema del reddito di cittadinanza è che in molti credono che sia una sussidio, invece si tratta di una sorta di contratto di messa a disposizione per il mondo del lavoro e non concorre nemmeno alla costituzione di un reddito, benché si chiami proprio così. Infatti non è garantito nemmeno il diritto al risparmio, i fondi erogati dal governo sono soltanto virtuali e funzionano un po’ come dei vaucher a scadenza. Per intenderci, non sono come i fondi alle imprese, che molto spesso vengono erogati a “fondo perduto”, il reddito di cittadinanza è un vero e proprio sostegno per fare la spesa e il credito viene azzerato alla fine del mese.
Abbiamo visto in questi mesi anche alcuni personaggi come Flavio Briatore gridare alla impossibilità di ritrovare il personale idoneo per fare in modo che possa lavorare all’interno delle sue strutture, ristoranti eccetera appunto la colpa secondo lui sarebbe del reddito di cittadinanza che consente di stare tranquillamente sul divano, a mangiare e bere a sbaffo dello Stato. Come se questi fondi fossero letteralmente intascati dalle persone che ne beneficiano, esattamente come avviene per le imprese che ottengono dei fondi statali.
Reddito di cittadinanza 2023: quali partiti lo vorrebbero?
Ma allora quali sono veramente i partiti che dopo il 25 settembre potrebbero non riconfermare più il reddito di cittadinanza? Sicuramente una coalizione non sostenuta dal Movimento 5 stelle potrebbe optare per una soluzione di taglio drastico alla misura di cancellazione delle riforme del mondo del lavoro già cominciate. Infatti il reddito di cittadinanza è solo il primo passo di una riforma strutturale del mondo del lavoro che dovrebbe durare almeno 10 anni.
Con la sua cancellazione tutto verrebbe praticamente accadere.
La Lega però è uno di quei partiti di centro-destra che ha lavorato all’istituzione del reddito di cittadinanza, benché questo sia stato voluto durante il governo Conte uno e quindi dal Movimento 5 stelle. All’epoca il contratto di governo stipulato tra i due partiti che governarono in campo largo e attraverso una sorta di triumvirato capeggiato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e sostenuto dai due vicepresidenti Matteo Salvini e Luigi di Maio, si è reso artefice di questa importante misura insieme ai co-governanti.
Reddito di cittadinanza 2023: chi vorrebbe eliminarlo?
La lega confermerebbe il sostegno solo per disabili, minori e ultra-sessantenni. Questo cosa vuol dire sostanzialmente? Sicuramente che ci sarà un taglio netto della misura. Per quanto invece riguarda il sostegno ai disabili ai minori. Invece Giorgia Meloni si è sempre espressa contrariamente alla misura e quindi possiamo considerare Fratelli d’Italia assolutamente contrario all’erogazione del sostegno in favore dei più poveri.
Il reddito di cittadinanza dunque avrà una vita difficile nel 2023 dal momento che la maggior parte dei sondaggi da come vincitore il centro-destra.