Il Reddito di cittadinanza aiuta i ricchi? A lanciare la provocazione è Il Tempo, riportando i dati del rapporto della Caritas che confermano che si tratta di uno strumento controverso. Non tutte le persone che aiuta sono povere. Arriva anche a chi non ne avrebbe diritto. Se da un lato ha protetto una parte della popolazione italiana dalla crisi economica causa dalla pandemia, dall’altro emerge che un beneficiario su tre può farne a meno. Nel 2020 i percettori sono quasi raddoppiati, permettendo al 57% dei nuclei che lo ricevono, in particolare famiglie di una o due persone, di superare la soglia di povertà, spiega la Caritas italiana nel report che monitora gli effetti del Reddito di cittadinanza.
Ma i requisiti per ottenerlo, fa notare il braccio pastorale della Cei, possono essere diversi da quelli che determinano la condizione di povertà. Il 56% delle famiglie povere non riesce a percepirlo perché non ha i requisiti, mentre oltre un terzo dei beneficiari non è povero. Si tratta di una quota che per la Banca d’Italia si attesta al 51% delle famiglie che ricevono l’assegno sociale.
“REDDITO DI CITTADINANZA DA RIFORMARE”
Ci sono poi quattro famiglie straniere su dieci che sono escluse dalla possibilità di ricevere il Reddito di cittadinanza. Dunque, nel mirino finiscono i criteri di assegnazione del sussidio di contrasto alla povertà, una difficoltà che non si riscontra solo in Italia, ma in tutto il mondo, come osservato da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Ma chi ha bisogno di aiuto non è solo un numero, evidenzia la Caritas. «Troppo spesso ci dimentichiamo dei poveri in carne ed ossa, trascuriamo di stare dalla parte dei poveri e troppo spesso ci si ricorda di loro solo in maniera strumentale», ha dichiarato durante la presentazione del report. Peraltro, non sempre il lavoro è la soluzione: «Si invoca sempre il lavoro, ma ci sono tantissime persone che non possono lavorare. La realtà è sfaccettata e richiede un’attenta analisi delle situazioni». Dunque, per la Caritas il Reddito di cittadinanza va mantenuto, ma riordinato per includere i nuovi poveri, cioè nuclei giovani con figli minori e un reddito minimo.
Il governo intanto apre alle proposte della Caritas: «Il rapporto ci dice che il target non è stato pienamente centrato, ne siamo consapevoli. Attenzione però, i “non poveri” che lo percepiscono non sono ricchi», ha dichiarato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Concorda anche riguardo la distanza dal mercato del lavoro per una quota di beneficiari. Tra i punti deboli, i centri per l’impiego, i cui ritardi nel potenziamento sono per Orlando «significativi e per molti aspetti inaccettabili».