Negli ultimi giorni non poche sono state le polemiche sul Reddito di Cittadinanza e il presunto “boom” di rinunce che avrebbe contraddistinto diversi richiedenti della misura assistenziale: il motivo è presto che detto, l’esigua cifra che avrebbero ricevuto nella card RdC, mentre altri disoccupati lamentano che siccome hanno avuto nel 2018 anche una breve esperienza lavorativa per l’anno 2019 non vengono considerati dai requisiti del Reddito di Cittadinanza. Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico stamane ha però cercato di replicare alle polemiche confermando in parte le notizie e smentendo la gran parte delle invettive lanciate contro l’Istituto e il Ministero del Lavoro: «Il caso delle rinunce al reddito di cittadinanza è assolutamente infondato, non esistono 130mila casi di rinunce. Non sarebbe possibile». Nei giorni scorsi era uscito lo studio del Sole 24 ore che spiegava come di fatto uno su dieci rinuncieal Reddito dopo aver presentato regolare domanda, inoltre sabato spiegava come in molti Caf i “pentiti” del RdC si «stanno informando sulle procedure della rinuncia ben sapendo che il tempo stringe visto che proprio ieri sono stati trasferiti dall’Anpal alle Regioni gli elenchi dei cittadini beneficiari che dovranno sottoscrivere un patto per il lavoro con tutte le informazioni utili per la loro convocazione da parte dei centri per l’impiego».



REDDITO DI CITTADINANZA, È BOOM RINUNCE?

È dunque boom di rinunce o è solo una fake news? Per Tridico assolutamente la seconda, visto che «Su un milione e 125mila domande, abbiamo avuto una decina di casi tra Genova, Palermo e Napoli di persone che si sono limitate a chiedere informazioni se fosse possibile rinunciare, ma nessuna richiesta reale». Il Presidente Inps ammette però che al momento non è neanche previsto «un meccanismo di rinuncia e men che mai è previsto un meccanismo a pagamento». Secondo Tridico quei “pentiti” avrebbero fatto un passo indietro perché potrebbero «aver dimenticato di dichiarare qualcosa, di essersi dimenticati di avere un conto corrente: scatta quindi il timore di un controllo e le sanzioni». Nel tentare di spiegare la “non stranezza” di queste rinunce, l’ex consulente del Ministro Di Maio incalza «Il fatto che non sia prevista la rinuncia – conclude Tridico – non è comunque una cosa strana per l’Inps. E’ come quando si fa una domanda per la pensione. Anche in questo caso non è prevista una rinuncia».

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