Reddito di cittadinanza verso una stretta: il sussidio voluto dal M5s è stato bocciato non perché non è uno strumento contro la povertà, ma per come è stato realizzato. È finita, dunque, l’era dei soldi a pioggia vista con i grillini: a garantirlo è Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro. “Ecco come cambia: chi prende soldi pubblici non può rifiutare le offerte di lavoro”, ha dichiarato a La Verità. L’obiettivo del Rdc doveva essere quello di favorire il rientro nel mondo del lavoro; invece, ha cambiato la cultura lavorativa delle persone. “Molti credono che l’offerta congrua sia semplicemente il lavoro dei sogni”. Di fatto, così sono venute a mancare molteplici figure professionali di tutte le tipologie. Come nel turismo, dove “è diventato quasi impossibile trovare manodopera di base”.



Il problema del reddito di cittadinanza per l’esponente della Lega è che è diventato una misura soprattutto assistenziale. “Non ha funzionato il sistema della formazione, i patti per l’impiego, i navigator sono stati un fallimento totale, anche perché abbandonati a se stessi”. L’esigenza del governo Meloni è, dunque, quella di migliorare il reddito di cittadinanza. “Chi può andare a lavorare deve farlo, anche se l’offerta è per pochi giorni. E pochi giorni di lavoro non compromettono la percezione del reddito in quota parte”.



“REDDITO DI CITTADINANZA? BASTA SUSSIDI A PIOGGIA”

D’altra parte, sarà comunque fornita una formazione adeguata per rientrare nel mondo del lavoro, pur nella consapevolezza, sottolinea Claudio Durigonnumeri alla mano, che ci troviamo di fronte, per la maggior parte dei casi, a una platea con bassa scolarizzazione”. Dunque, si vuole apportare un ridimensionamento alla parte che riguarda i lavoratori occupabili. “Una fase di transizione che poi porterà all’abolizione”. Lo stesso sottosegretario ha avanzato una proposta per un ridimensionamento graduale: 18 mesi di reddito con 6 mesi di stop e un successivo decalage di 12 mesi. “Ma potrebbe imporsi una linea più stringente”. Il riferimento è alla soluzione avanzata da Fratelli d’Italia che peraltro “a livello tecnico comporterebbe sicuramente più risparmi di quella proposta dalla Lega, che prevede appunto un decalage”. Il governo non teme un malcontento generale: “La riforma così congegnata, comunque, non andrebbe a colpire le fasce inabili al lavoro che già percepiscono il reddito, parliamo di circa 500.000 persone”. Ma chi non ha un lavoro non può pensare solo di percepire un sussidio statale rifiutando sistematicamente le offerte. C’è poi il problema dei furbetti del reddito di cittadinanza: “Si sono moltiplicati perché il Movimento 5 stelle ha voluto centralizzare sull’Inps la gestione del reddito. Il loro obiettivo era quello di distribuire sussidi a pioggia. Lo slogan di Tridico era chiaro: diamo soldi a tutti, e poi vedremo. Ma così non può funzionare”.

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