Per continuare a percepire il Reddito di cittadinanza, è previsto l’obbligo di partecipare ai corsi di formazione. Anche se gli over 60 sono considerati inoccupabili, la normativa richiede l’adesione ai corsi di formazione per un periodo semestrale, solo per coloro che rientrano in un’età anagrafica compresa tra 18 e 65 anni.



Reddito di cittadinanza e corsi di formazione: chi è obbligato a frequentarli

I percettori del reddito di cittadinanzanuove disposizioni riguardanti l’erogazione del RdC c’è proprio l’obbligo di partecipare ai corsi formativi per i percettori tra i 18 e i 65 anni.

Le critiche relative a questa norma riguardano prevalentemente gli over ’60 considerati inoccupabili. Tuttavia i corsi di formazione sono finalizzati alla formazione professionale propedeutica all’inserimento in un contesto lavorativo e quindi al miglioramento delle condizioni socio economiche del contribuente/lavoratore, oltre che alla relativa e conseguente ottimizzazione dei fondi statali.



In particolare sono chiamati a frequentare i corsi di formazione coloro che tra i 18 e 29 anni sono privi di una formazione scolastica obbligatoria e quindi non presentano molte delle skill richieste sul mercato del lavoro. Per questi soggetti la frequentazione dei corsi professionalizzanti si rende obbligatoria e doverosa.

Invece la situazione per i cosiddetti inoccupabili, quindi gli over 60 concerne la possibilità che questi potrebbero essere incerti se accettare o meno la convocazione lavorativa. Secondo le nuove disposizioni, coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 65 anni sono tenuti ad aderire ai corsi di formazione per un semestre. Gli over ’65, che oltretutto non rientrano nemmeno nella fascia dei cosiddetti beneficiari del reddito di cittadinanza, oltre ai titolari di trattamento economico previdenziale, i disabili e coloro che sono già inseriti in un percorso formativo sono esentati dal frequentare i corsi di formazione professionale. 



Reddito di cittadinanza e corsi di formazione: chi potrà ancora percepirlo

In tutti i casi intervengono le modifiche ministeriali e governative volute da Giorgia Meloni che ha deciso di cancellare progressivamente il contributo economico e infatti:

  • il Reddito di cittadinanza è stato ridotto da 18 a 7 mesi per alcune categorie di percettori;
  • è stata varata l’eliminazione dello strumento di sostegno ai disoccupati entro il 2024.
  • La non adesione ai relativi adempimenti previsti per il 2023 potrebbe determinare la relativa perdita del sussidio.

Inoltre coloro che frequentano corsi di studio (iscrizione universitaria, master, dottorati, scuole superiori ecc) sono esclusi dall’erogazione del beneficio.  Tuttavia, la non accettazione della prima offerta di lavoro congrua comporta la decadenza immediata dal sussidio.