La prossima settimana dovrebbe cominciare la fase 2 per il reddito di cittadinanza. Il condizionale è d’obbligo, considerando la crisi di governo in corso e l’assenza di decreti attuativi. Il calendario prevede che dal 2 settembre scattino le convocazioni dei precettori del reddito di cittadinanza per disegnare il percorso relativo alla ricerca dell’occupazione. Come riportato dal Sole 24 Ore, si firmerà il Patto per il Lavoro, quindi se non verranno accettate le offerte nei prossimi mesi si rischierà di perdere il beneficio. Questo è lo snodo più delicato del reddito di cittadinanza, perché dovrebbe traghettare chi non ha un lavoro verso l’occupazione. La misura finora è stata solo di carattere assistenziale, infatti alcuni beneficiari percepiscono il sussidio da aprile. La convocazione sarebbe dovuta arrivare nei 30 giorni successivi all’arrivo del reddito, ma sono sorti degli ostacoli. E non tutti sono stati risolti. Manca ad esempio il decreto sulle regole per la documentazione richiesta dagli immigrati. Infatti in attesa l’Inps non ha accettato le loro domande.
REDDITO DI CITTADINANZA, A SETTEMBRE SCATTA LA FASE 2
Navigator o meno, a settembre dovranno scattare le prime convocazioni. L’invito non riguarderà solo l’intestatario del reddito di cittadinanza, ma anche i maggiorenni della famiglia non occupati e che non frequentano regolarmente il corso di studi. Saranno esclusi invece i beneficiari delle pensioni di cittadinanza e gli over 65, oltre che i disabili per i quali può esserci però un’adesione volontaria. Come riportato dal Sole 24 Ore, sono esonerati anche i membri della famiglia con impegno di cura per i bambini sotto i 3 anni o per le persone non autosufficienti. Il Patto per il Lavoro è importante, in chiave reddito di cittadinanza, per identificare le competenze. È previsto che venga accettata almeno una delle tre offerte di lavoro congrue avanzate. Il Patto per il Lavoro non è obbligatorio per tutti. Ci sono alcuni nuclei familiari, come quelli con situazioni di disagio, in cui si può attivare il patto per l’inclusione sociale. Il percorso è differente, ma era stato già previsto per il Reddito di inclusione (Rei).