Da questa mattina il cellulare di circa 704mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza comincerà a squillare con le prime convocazioni al via per la fase 2 della politica attiva per la ricerca sul lavoro: i navigator e gli addetti dei CPI il prima possibile dovranno convocare i beneficiari dell’assegno per iniziare la proposta delle tre offerte di lavoro “congrue” e “tarate” sull’identikit del beneficiario del Reddito. Da oggi ufficialmente tutti i 704mila beneficiari entrano nel percorso della ricerca di un posto di lavoro e rischiano di poter perdere l’assegno qualora nei prossimi mesi dovessero rifiutare le offerte di lavoro/non considerare le convocazioni presso i CPI. Con oggi tra l’altro entrano a pieno regime gli stessi navigator che a scaglioni sono stati assoldati nelle varie Regioni e nei centri Anpal per poter seguire l’intero iter di ricerca del lavoro con i beneficiari del RdC. Proprio su queste criticità emerse in questi mesi e sull’instabilità di un Governo ancora non esistente in questo inizio settembre, il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha ribadito il suo appello ai politici e prossimi, possibili, Ministri sul non eliminare il Reddito di Cittadinanza: «Non andrebbe modificato questo assetto che ha richiesto notevoli sforzi e produrrà un incremento di reddito, occupazione e consumi».
AL VIA LE CONVOCAZIONI NEI CENTRI PER L’IMPIEGO
Giornata cruciale per domani, lunedì 2 settembre 2019 nel mondo del lavoro: saranno infatti convocato nei Centri per l’Impiego (CPI) circa 704 mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza per la fase 2 prevista dall’iter messo a punto dal Governo Lega-M5s tramite il “Decretone” della scorsa primavera. I navigator negli scorsi giorni hanno convocato ufficialmente 704-595 beneficiari con l’obiettivo di trovare una nuova occupazione, il vero compito iniziale del RdC fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Come spiegato già negli scorsi giorni, ad essere chiamati non saranno soltanto i “puri” intestatari del Reddito ma anche tutti i componenti del nucleo familiare maggiorenni che non sono ad oggi occupati e che non frequentano nemmeno corsi di studi al momento. Al momento, vengono esclusi dalla “chiamata” nei CPI i beneficiari della pensione di cittadinanza, beneficiari di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità: non solo, possono essere esonerati dalla convocazione di domani anche tutti coloro con figli minori di 3 anni, o con componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti.
LA FASE 2 DEL REDDITO DI CITTADINANZA: I PRIMI ESITI
In merito alla convocazione dei navigator, possono non rispondere alla chiamata anche i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che stanno già frequentato dei corsi di formazione o sono occupati ma con basso reddito: come già segnalato in questi mesi, questa prima convocazione nei Centri per l’Impiego arriva in netto ritardo rispetto all’iter previsto dal “Decretone”. La chiamata per le prime opportunità di lavoro dovrebbe avvenire dopo un mese, ma ne sono già passati 5 prima di questa prima vera convocazione: « Il ritardo è dovuto soprattutto alle difficoltà nel trovare un accordo con le Regioni sulla questione dei navigator», spiega il Fatto Quotidiano. Tutti i beneficiari che soddisfano i requisiti devono subito sottoscrivere il Patto per il lavoro per continuare a ottenere il beneficio: circa il 65% di loro viene dal Sud Italia, con queste cifre messe a disposizione dall’Anpal, Campania (178.370), Sicilia (162.518), Calabria (64.057) e Puglia (50.904). In una intervista alla Stampa, il n.1 dell’Inps Pasquale Tridico risponde sui primi esiti e sul possibile flop: «Dopo 5 mesi di Reddito di cittadinanza, circa la metà dei poveri assoluti certificati hanno avuto accolta la richiesta di assegnazione, perché c’è ancora tutta questa discrepanza? Nella relazione tecnica i nuclei interessati erano 1,2 milioni, 950 mila in mesi è un ottimo risultato e salirà ancora». Con questa primissima convocazione, partirà assieme alla fase 2 anche la formazione in aula per i navigator contrattualizzati da Anpal Servizi (tranne in Campania dove il Presidente De Luca non ha firmato la convenzione)