L’ultima relazione sul reddito di cittadinanza è stata quasi un flop. Il contributo doveva aiutare molte più famiglie italiane ad uscire dalla povertà assoluta, ma nel concreto i nuclei salvati sono soltanto due su dieci.

A riassumerlo è il report pubblicato dal Ministero del Lavoro, che ha mostrato dei risultati insoddisfacenti. Il Governo ha speso 34 miliardi di euro in una misura che è stata altalenante e dove «Due terzi dei poveri assoluti non hanno beneficiato del Reddito di cittadinanza».



Reddito di cittadinanza da flop: parla il direttore della Caritas

Don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana, ha spiegato perché e come dovrebbe essere attuato il Reddito di Cittadinanza:

«Partire dai poveri è un dovere nella lotta alla povertà. Partire ogni volta da zero con le misure di contrasto, invece, è un errore. Servono quindi continuità e l’ascolto da parte della politica di chi monitora quotidianamente i fenomeni sociali».



Un messaggio chiaro che sottolinea le criticità e “l’inutilità” di queste misure discontinue, che non risolvono il problema della povertà.

Effettivamente soltanto il 30% dei cittadini più poveri ha ricevuto il sussidio, mentre la restante parte ne è rimasta esclusa, riscontrando delle gravi difficoltà economiche.

Don Marco Pagniello insiste sull’importanza del monitoraggio,  e da questa esperienza dovremmo trarre delle conclusioni importanti, cercando di migliorare misure come l’assegno di inclusione.

«L’uscita del rapporto di monitoraggio del Comitato conferma anzitutto che per disegnare misure efficaci di contrasto alla povertà occorre partire da chi sta peggio. Il metodo della Caritas è stare accanto ai più poveri e accompagnarlinon basta l’assistenzialismo. E per accompagnarli occorrono tempo e interventi a livello locale, come la formazione e la riqualificazione, ad esempio, altrimenti si compromette l’efficacia degli interventiL’Italia è il Paese dove la povertà si eredita. Adesso sarà importante tener conto del rapporto del Comitato per non disperdere quanto acquisito. E noi continueremo con i nostri monitoraggi».