Sembra, finalmente, chiudersi il percorso che dovrebbe portare alla piena implementazione, dopo l’avvio della misura nell’aprile scorso, del reddito di cittadinanza. Partiamo, quindi, da alcuni numeri che l’Inps ci offre. Sono ben 1.401.225 le domande presentate al 15 luglio 2019. Di queste sono  state solamente 895.220 quelle accolte. Se guardiamo poi al dettaglio degli ultimi mesi, nel mese di giugno e nella prima metà di luglio 2019 sono state presentate in tutto 137.084 domande, 99.678 quelle relative al solo mese di giugno (di cui 57.998 accolte).



Stanno, allo stesso tempo, partendo dopo alcuni ritardi (in parte prevedibili) le politiche attive dedicate ai beneficiari del reddito di cittadinanza e finalizzate a favorire l’uscita dalla povertà attraverso l’inserimento/reinserimento nel mondo del lavoro.

Dopo un lungo negoziato è arrivato, alla fine, il giorno della firma delle convenzioni bilaterali tra Anpal Servizi e Regioni sui compiti dei navigator, le nuove figure professionali che collaboreranno con i Centri per l’impiego nell’individuare un’offerta di lavoro congrua per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Già dai primi giorni di agosto, insomma, queste nuove figure professionali inizieranno il loro percorso formativo e saranno, plausibilmente, pienamente operativi da settembre.



Il passaggio è certamente molto importante, perché si ritiene, almeno nella visione dei promotori dell’iniziativa, fondamentale il ruolo di queste figure nel percorso di “accompagnamento” fuori dalla povertà dei beneficiari della misura.

Nelle scorse settimane, inoltre, sempre Anpal ha disciplinato, con una propria delibera, il nuovo Assegno di ricollocazione, ora destinato, a differenza della sua versione originale, alla nuova misura fortemente voluta dal Ministro Di Maio. A chiudere il cerchio sono arrivate, nei giorni scorsi, le indicazioni operative per accedere agli incentivi all’occupazione per le imprese che decidano di assumere beneficiari del reddito.



È bene ricordare, infatti, che se l’assunzione incentivata avviene a tempo pieno e indeterminato, compreso il contratto di apprendistato, il datore di lavoro beneficia di un esonero contributivo, nel limite dell’importo mensile del reddito di cittadinanza percepito dal lavoratore e comunque non superiore a 780 euro mensili e non inferiore a cinque mensilità. La durata dell’esonero, in particolare, sarà quindi pari alla differenza tra 18 mensilità e le mensilità già godute del reddito di cittadinanza.

Il quadro, insomma, delle regole sembra essere, sostanzialmente, definito e anche gli strumenti operativi disciplinati e messi a disposizione.

È ora, già dalle prossime settimane, il tempo per capire se l’iniziativa, sempre emendabile e migliorabile, riuscirà nell’ambizioso obiettivo di “sconfiggere la povertà” proclamato dall’esecutivo. Una prova ulteriore, se mai ce ne fosse bisogno, per dimostrare che quello guidato dal prof. Conte è, oltre alle dichiarazioni di rito, un vero Governo del cambiamento.