I furbetti del reddito di cittadinanza continuano ad uscire fuori nonostante il sussidio stia stato eliminato dal governo. In una settimana, il Supporto per la formazione e il lavoro ha raccolto circa 40mila domande: non ne dovrebbero arrivare più di 100mila entro la fine del mese. Gli occupabili, che ad agosto hanno smesso di ricevere il reddito, sono però più di 150mila: dunque, secondo le stime de Il Mattino, i conti non tornano. Infatti, un percettore su tre potrebbe non richiedere i 350 euro del SFL. Una delle cause principali, secondo l’Inps, sarebbe da imputare al lavoro in nero, che riguarderebbe il 15-20% dei percettori del vecchio sussidio occupabili, ossia 600mila. 



Le rinunce sarebbero dovute anche ad altri fattori. Ad esempio, c’è chi ha visto peggiorare la propria condizione di disagio sociale e chi non rientra nei nuovi parametri Isee previsti dalla legge, o chi ha trovato un impiego regolare ma ancora non ha firmato il contratto. Il nuovo sostegno, però, farà scendere vertiginosamente il numero dei beneficiari. Ha inoltre il merito di far emergere la quota di lavoro nero nascosta dal reddito di cittadinanza. Il motivo è presto spiegato.



Così emergono i furbetti del reddito di cittadinanza

I 350 euro del Supporto per la formazione e il lavoro vengono erogati solo a chi firma patti di attivazione e partecipa ai percorsi di formazione e riqualificazione. Dunque, chi svolge un’attività in nero non ha tempo a disposizione per fare tutto ciò. Secondo il Mattino, però, per avere un quadro più nitido bisognerà aspettare la fine di ottobre, quando l’Inps diffonderà un report approfondito sulla base dei dati raccolti in queste settimane. Sono circa 250mila i nuclei che hanno usufruito del reddito di cittadinanza e che adesso possono potenzialmente accedere al Supporto per la formazione e il lavoro. Ai nuclei restanti, poco più di 750mila, verrà destinato l’Assegno di Inclusione da 500 euro. 



Il nuovo sussidio ha però anche un altro limite: le offerte di lavoro pubblicate sulla piattaforma del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa al momento sono concentrate al Nord mentre la maggior parte dei percettori del reddito erano al sud. Gli annunci pubblicati sono più di 20 mila per circa 60 mila posti di lavoro e il 65% viene da aziende Nord. Dall’Inps, però, ne sono certi: è un disequilibrio temporaneo, visto che le proposte del Mezzogiorno sarebbero destinate ad aumentare nelle prossime settimane.