L’Istat solamente due giorni fa ci raccontava, pur con mille distinguo e precisazioni, come a giugno 2019 la stima degli occupati in Italia risultasse sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente e come, in questo quadro, il tasso di occupazione salisse al 59,2% (solo +0,1 punti percentuali). Allo stesso tempo, le persone in cerca di occupazione sono, almeno secondo queste rilevazioni, ancora in calo (-1,1%, pari a -29 mila unità nell’ultimo mese). Una dinamica, è opportuno sottolineare, determinata da entrambe le componenti di genere e distribuita in tutte le classi d’età a eccezione, ahimè, dei 25-34enni. Il tasso di disoccupazione cala così al 9,7% (-0,1 punti percentuali) registrando, a suo modo, un “record storico” dal 1977.
Lo stesso giorno della pubblicazione dei dati Istat si teneva a Roma, presso l’auditorium del Parco della Musica, la giornata di #KickOff per oltre 1800 navigator del reddito di cittadinanza chiamati, almeno secondo il presidente di Anpal, e padre “nobile” dell’iniziativa, Domenico “Mimmo” Parisi, a restituire speranza a un Paese con i tassi di inattività giovanile record e in testa alla classifica europee dei Neet.
Sulla stessa linea il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ha sottolineato come l’obiettivo della riforma dei navigator sia quello di sconfiggere l’immobilismo e la rassegnazione e che con questa misura verrà messo in moto un sistema che, addirittura, dovrebbe rivoluzionare, forse con troppo ottimismo, l’approccio dello Stato al problema della disoccupazione. Lo Stato, insomma, si impegnerà a prendere per mano chi si è smarrito per restituirgli fiducia nelle istituzioni.
Oltre alle buone intenzioni che sempre caratterizzano la politica, specialmente quando si affrontano riforme, sempre per definizione “storiche”, come quella dei Centri per l’impiego in corso, cosa faranno, già dalle prossime settimane, i quasi 2.000 navigator convocati a Roma solo due giorni fa per lanciare la fase 2 del reddito di cittadinanza?
Più prosaicamente il compito principale del navigator sarà quello di supportare gli operatori dei Centri per l’impiego nella realizzazione del percorso che coinvolge i beneficiari del reddito di cittadinanza dalla prima convocazione fino all’accettazione, ci si auspica, di un’offerta di lavoro congrua. Ogni singola Regione potrà, inoltre, prevedere compiti e responsabilità supplementari per queste nuove professionalità sulla base delle convenzioni sottoscritte, appunto, tra amministrazioni regionali e Anpal Servizi.
Probabilmente questo non porterà, quindi, alla rivoluzione immaginata dai più ottimistici promotori. Sarebbe, tuttavia, già un ottimo risultato fare dei navigator dei “portatori sani” di riforma e innovazione in un settore cruciale per il Paese come quello delle politiche del lavoro dove tante rivoluzioni immaginate negli ultimi decenni sono rimaste, a prescindere dal merito e dagli sforzi messi in campo, solo buone intenzioni.