Il reddito di cittadinanza finisce anche nel mirino dei sindacati di polizia, con decine di agenti radunatisi in piazza Montecitorio nell’ambito di una mobilitazione organizzata da Coisp e Mosap per chiedere al governo maggiore attenzione nei confronti delle forze dell’ordine. Al centro delle proteste soprattutto la mole di risorse – giudicata scarsa e insufficiente – destinata dal governo al comparto sicurezza. Tra i vari esponenti politici che hanno preso parte alla manifestazione, tra cui Maurizio Gasparri per Forza Italia e Nicola Molteni per la Lega, è stato il parlamentare di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, a chiedere apertamente di “rivedere gli stanziamenti per il reddito di cittadinanza e destinare un miliardo al comparto sicurezza”. Dal sindacato d’altronde accusano: “I fondi messi a disposizione dal governo sono una mancetta, una umiliazione per gli uomini in divisa”. (agg. di Dario D’Angelo)
REDDITO DI CITTADINANZA, I DUBBI DELL’INPS
Nelle ultime ore il dibattito attorno al Reddito di Cittadinanza, prima che la tanto discussa Fase Due che riguarda l’introduzione nel sistema dei Navigator presso i Centri per l’Impiego e le proposte di lavoro diventi effettiva, si è riacceso dato che sono oramai diversi i casi accertati di “furbetti” che percepiscono la misura bandiera voluta dal Movimento 5 Stelle pur senza averne diritto. E tra casi clamorosi e piccole storture del meccanismo, ultimamente anche alcuni dubbi sono stati sollevati dall’Inps: l’istituto previdenziale infatti, nella persona di Guglielmo Loy (presidente del Comitato di Indirizzo e Vigilanza interno) ha affermato che il Reddito di Cittadinanza può essere paragonato a una sorta di “aspirina per il mal di testa” che appunto però non contribuisce a risolvere il problema della povertà pur avendo individuato un ambito preciso in cui agire e fatto da apripista a provvedimenti simili che arriveranno in futuro. “Reddito di Inclusione e Reddito di Cittadinanza sono la strada dell’aspirina, ma serve anche individuare le cause di quel mal di testa…” ha detto Loy che non ha bocciato affatto la misura ma ha posto il problema su come utilizzare le risorse disponibili dato che sul lungo periodo il vero obbiettivo, a suo dire, dovrebbe essere quello della crescita economica del Paese. (agg. di R. G. Flore)
TRA PORSCHE, ABUSIVI E FALSI…
Dopo l’Inps è la Guardia di Finanza a mettere in guardia da possibili “finti” poveri che percepiscono il reddito di cittadinanza senza in realtà averne i pieni requisiti: una sorta di “guerra ai furbetti” è stata lanciata in questo mese di ottobre dal Comando Generale della Guardia di Finanza verso tutti i reparti connessi, con l’obiettivo di individuare chi ha provato ad approfittare indebitamente del beneficio. La lista è lunga, da lavoratori in nero con pagamenti “fuori busta” a venditori abusivi, da falsi poveri fino a chi affitta le case con evasione d’imposta: tutti hanno già ricevuto il reddito di cittadinanza ma dopo la stretta operata dall’Inps sul fronte documentale ora arriva anche quello delle forze dell’ordine contro i “furbetti” che non dichiarano tutto. Secondo quanto anticipato dal Sole 24 ore, tra i cosiddetti “furbetti” si trovano anche alcuni immigrati «che trasferiscono nel Paese di origine somme non compatibili con i redditi dichiarati a chi viene trovato con auto incompatibili con la misura di sostegno». La casistica è vasta e non prende solo i casi “limite” come il percettore di Reddito che spacciava droga e dichiarava Porsche di proprietà (come il caso esploso oggi a Siracusa, con annesso arresto): «Le Fiamme Gialle ricordano di aver svolto nei primi sei mesi del 2019, in materia di prestazioni sociali agevolate e ticket sanitari, 23.259 interventi. Di questi, 12.426, pari al 53% del totale, si sono rivelati irregolari, per un ammontare complessivo della frode accertata pari a circa 8,6 milioni di euro, con un totale di 11.779 persone segnalate, a vario titolo, alle autorità competenti».
REDDITO A RISCHIO PER LE FAMIGLIE STRANIERE
Come ricorda l’Ansa, dai dati Inps aggiornati all’8 ottobre emerge che complessivamente sono state presentate 982 mila domande per ricevere il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza. “Ma allo stesso tempo, da aprile scorso in poi, 39 mila nuclei hanno perso il diritto a beneficiarne, per motivi diversi”. A questo punto si possono contare, considerando l’ampiezza dei nuclei familiari beneficiari, circa 2,3 milioni di persone coinvolte dalla misura. Non è ben chiaro però quale sarà il computo finale dopo che proprio nel mese di ottobre è stata richiesta l’integrazione della domanda presentata ai beneficiari da parte dello stesso Inps. A essere particolarmente a rischio sono i nuclei familiari stranieri, visto che era richiesta una documentazione non facile da ottenere per poter continuare a ricevere il reddito di cittadinanza. Intanto è però emerso un altro caso di abuso: uno spacciatore che percepiva il reddito di cittadinanza e girava in Porsche a Siracusa. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
LE 39MILA REVOCHE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA
Oggi, lunedì 28 ottobre 2019, giorno di pagamento per il reddito di cittadinanza ma non mancano le polemiche: il sussidio è stato sospeso per una famiglia su dieci, rea di non aver integrato i moduli integrativi. Questa sospensione comporta un risparmi di 2 miliardi di euro per lo Stato: con l’introduzione dei nuovi requisiti verrà risparmiato più di un terzo dei 5,6 miliardi stanziati nel 2019. Secondo quanto risulta ai tecnici, i numeri aumenteranno nel 2020 anche grazie ai controlli della Guardia di Finanza e alle prime sanzioni per chi si sottrae al percorso di reinserimento al lavoro, riporta Tg Com 24. Fanpage evidenzia che al momento risultano 39 mila tra revoche e decadenze, una cifra che aumenterà esponenzialmente. Atteso un commento dal Governo e dal Ministero del Lavoro nel corso delle prossime ore. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
REDDITO DI CITTADINANZA, OGGI PAGAMENTO OTTOBRE
Il giorno consueto per il pagamento del Reddito di Cittadinanza ai vari percettori è il 27 del mese ma per la concomitanza della domenica, il Governo ha posposto ad oggi l’erogazione del sussidio di aiuto al lavoro a tutti i destinatari. Attenzione però, come già segnalato dall’INPS nelle scorse settimane non tutti riceveranno in questo mese il sussidio con la card RdC che dunque non verrà ricaricata. Il motivo è semplice: visto che non tutti hanno integrato la domanda di richiesta dl Reddito di Cittadinanza, l’INPS ha deciso di neutralizzare le ricariche del mese di ottobre fino all’avvenuto completamento della documentazione. Tale stop al Reddito riguarderà una famiglia su dieci, circa 100mila nuclei dei 943mila che attualmente ricevono il sussidio. Secondo l’Istituto, la mancata integrazione della domanda dopo i primi 6 mesi transitori garantiti per legge impedisce sia l’erogazione e sia il recupero degli arretrati qualora venisse completata la documentazione e dunque ripresa l’attività di pagamento mensile della misura di contrasto alla disoccupazione.
REDDITO DI CITTADINANZA: ECCO CHI NON RICEVE IL SUSSIDIO DI OTTOBRE
Come già avevamo riportato negli scorsi giorni, l’Inps ha inviato un sms a 520mila famiglie beneficiarie del reddito o della pensione di cittadinanza: alla richiesta mossa, “solo” l’80% della platea ha risposto positivamente completando la domanda di richiesta, mentre circa 1000mila famiglie non hanno attivato alcun cambiamento. Di queste, sempre secondo dati Inps, la metà sarebbero extracomunitarie (circa 53mila): per questo motivo il sussidio verrà sospeso per questi percettori, con un risparmio netto e immediato di circa 2 miliardi di euro per le casse dello Stato. Durante l’iter di conversione in legge da parte del Parlamento – avvenuto dopo il “Decretone” siglato da M5s e Lega in merito a Reddito e Quota 100, alcuni parametri hanno subito modifiche per evitare domande di Rdc da parte dei “furbetti”. Per questo motivo l’Inps aveva concesso 6 mesi di tempo per richiedere le integrazioni ma ora la scadenza è giunta e alcun non si sono ancora adeguati. Con l’introduzione dei nuovi requisiti, lo Stato risparmia 2 miliardi che potrebbero anche aumentare nel 2020 grazie anche ai controlli della Guardia di Finanza e «alle prime sanzioni per chi si sottrae al percorso di reinserimento al lavoro», riporta l’Ansa.