Il reddito di cittadinanza può essere pignorato? Per legge i crediti di natura alimentare e i sussidi di povertà sono impignorabili. Quindi, considerando che Rdc è un sostegno di integrazione reddituale per le persone più povere, la risposta dovrebbe essere negativa. Ma gli esperti de La Legge per Tutti fanno notare che sono state aperte delle crepe dalla giurisprudenza. Prima un’ordinanza del tribunale di Trani, poi una di quello di Catania: hanno sancito che il reddito di cittadinanza si può pignorare, in quanto si tratta di una “misura di politica attiva dell’occupazione“, non un mero sussidio assistenziale.



Si poteva parlare di buco legislativo, perché il Decreto Sostegni del 2021 avrebbe dovuto fissare proprio l’impignorabilità del sussidio, ma alla fine non è stata inserita nel testo normativo approvato. Ma una novità importante è arrivata con la legge di Bilancio 2022, recepita anche dall’Inps che è il soggetto terzo pignorato a cui i creditori si rivolgono per bloccare le somme prima che vengano erogate al percettore. “Queste novità dovrebbero fare la differenza definitiva, spegnendo definitivamente gli interrogativi sul pignoramento del Reddito di cittadinanza“, scrivono gli esperti.



PERCHÉ RDC NON PUÒ ESSERE PIGNORATO

Il pignoramento non può essere applicato al reddito di cittadinanza perché, come recita l’articolo 545 del Codice di procedura civile, i crediti alimentari sono tra quelli impignorabili, a meno che il credito azionato derivi proprio da cause di alimenti, ma in tal caso per procedere al pignoramento serve l’autorizzazione del giudice. Non sono pignorabili anche i sussidi di grazia o sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri. Il problema è che non è chiara la natura del reddito di cittadinanza. Per la legge istitutiva è una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale per garantire il diritto al lavoro e favorire il diritto all’informazione, istruzione, formazione, cultura con politiche finalizzate al sostegno economico e l’inserimento di soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro, garantendo un livello minimo di sussistenza. L’Inps dal canto suo ha ribadito l’assoluta impignorabilità del reddito di cittadinanza, quindi le somme erogate non possono essere vincolate.



REDDITO DI CITTADINANZA, IL REBUS ORDINANZE

A tagliare la testa al toro l’ultima legge di Bilancio approvata dal Parlamento, perché ha modificato la legge istitutiva del reddito di cittadinanza, sancendo che è un “sussidio di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri ai sensi dell’art. 545 del Codice di procedura civile“. Quindi, rientra tra i crediti per i quali non si può applicare il pignoramento. Nonostante ciò la giurisprudenza la pensa diversamente. Il giudice dell’esecuzione del tribunale di Catania, dopo un’ordinanza del tribunale di Trani, ha spiegato che il pignoramento del reddito di cittadinanza è legittimo perché “ha il carattere predominante di misura di politica attiva dell’occupazione“. Il giudice richiama anche al principio generale secondo cui il debitore risponde con tutti i suoi beni delle obbligazioni assunte. Quindi, visto che Rdc è un reddito da lavoro, ne ha disposto l’assegnazione ai creditori nella misura di un quinto, “ossia entro i consueti limiti di pignoramento“. Una tesi che non è condivisibile secondo gli esperti, perché la legge istitutiva del 2019 è stata integrata dalla legge di Bilancio del 2022 con una posizione chiara sull’impignorabilità del reddito di cittadinanza.