Il Governo ha messo in atto la stretta sul Reddito di Cittadinanza: i percettori lo perderanno anche nel caso in cui dovessero rifiutare una offerta di lavoro congrua ricevuta da privati. È stato deciso tramite un emendamento presentato dal centrodestra al Decreto Aiuti, che è stato approvato dalle commissioni della Camera con il voto contrario del M5s. Anche il Pd ha votato a favore.
In base alla modifica in questione, come riportato da TgCom24, dunque, i datori di lavoro privati che offrono un posto ai percettori del Rdc dovranno comunicare l’eventuale rifiuto ai centri per l’impiego, che provvederanno a fare decadere il sussidio nel caso in cui si sia superato il limite dei “no”. Le norme, infatti, prevedono che i beneficiari debbano accettare almeno una offerta su tre, nel caso in cui esse siano congruo. L’emendamento, in tal senso, prevede che il ministro del Lavoro debba definire con decreto le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta congrua.
Reddito di Cittadinanza si perderà rifiutando lavoro da privati: i commenti
L’emendamento per cui il Reddito di Cittadinanza si perderà rifiutando anche il lavoro offerto dai datori privati è stato voluto fortemente dal centrodestra ed in particolare dalla Lega. “La misura è ispirata alla cultura del lavoro e utile al reperimento di maggiore manodopera, soprattutto nel settore turistico-ricettivo”, ha commentato Rebecca Frassini, deputata e prima firmataria, come riportato da TgCom24.
Anche da parte di Forza Italia c’è soddisfazione. “Una norma molto semplice che risolve due problemi: rispondere all’attuale carenza di forza lavoro in diversi settori e smascherare finalmente chi vuole solo un sussidio e non il lavoro. Il dato politico rilevante del voto è che l’inefficienza del reddito di cittadinanza è stata ufficializzata con un voto ampiamente maggioritario del Parlamento che rappresenta finalmente una svolta della quale ci auguriamo possa prendere atto anche il Movimento 5 Stelle”, ha detto Paolo Zangrillo.