Dopo le recenti polemiche sul presidente Inps Tridico, arrivano importanti aggiornamenti sul reddito di cittadinanza. Come riportano i colleghi de Il Messaggero, è al vaglio l’ipotesi di uno stop alla ricerca di un lavoro per i percettori del sostegno economico privi di un’istruzione adeguata. Uno scenario che prevede un obbligo di formazione o quantomeno l’essere già in un percorso lavorativo.



Secondo quanto riportato dal quotidiano capitolino, al momento il 70% dei percettori del reddito di cittadinanza ha al massimo la terza media. Mentre, in base ai dati resi noti dall’Anpal, solo 200 mila su 1 milione di beneficiari ritenuti applicabili avevano un contratto di lavoro attivo.

LE NOVITÀ SUL REDDITO DI CITTADINANZA

L’obiettivo del governo sul reddito di cittadinanza sarà quello di rendere più facilmente accessibile l’assegno di ricollocazione, che fino a questo momento ha raggiunto 430 persone da marzo a novembre 2020. Non è da escludere, aggiunge Il Messaggero, che vengano rivisti i criteri in base ai quali si individuano oggi i beneficiari tenuti a sottoscrivere i patti per il lavoro. La problematica è legata alle difficoltà dei datori di lavoro di offrire un impiego a percettori del reddito di cittadinanza privi di istruzione e di passate esperienze lavorative. Come già rimarcato dal ministro del Lavoro Orlando, la priorità è legata all’accesso all’istruzione e alla formazione delle persone con livelli di bassa scolarizzazione.



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