A partire da domani, mercoledì 7 aprile 2021, e fino al 30 aprile, sarà possibile chiedere il reddito di emergenza. La misura economica è stata prorogata dal governo Draghi nel dl Sostegni per fronteggiare l’emergenza, ma come funziona? Il sostegno è riferito ai mesi di marzo, aprile e maggio e viene riconosciuto a fronte di domanda da parte dei nuclei familiari in difficoltà a causa della pandemia da Covid-19.
Secondo quanto riportato nella relazione tecnica al Dl Sostegni, il reddito di emergenza dovrebbe spettare a circa 1,12 milioni di famiglie. Il governo ha infatti allargato le maglie dei requisiti – a dicembre il Rem ha raggiunto 335 mila nuclei – e il sostegno sarà erogato anche a quei “nuovi poveri” che il premier Draghi ha citato nel discorso con cui ha chiesto la fiducia al Senato, e ai quali è stato destinato uno stanziamento di oltre 1 miliardo e 520 milioni di euro.



REDDITO DI EMERGENZA, AL VIA LE DOMANDE

Tra i requisiti da rispettare per avere accesso al reddito di emergenza è richiesto per i nuclei familiari un Isee non superiore a 15 mila euro e la residenza in Italia. Della platea fanno parte anche coloro che, se compatibili ai requisiti elencati al comma 1 del provvedimento, tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 hanno terminato di percepire la NASpI e la DIS-COLL, e hanno un ISEE in corso di validità, ordinario o corrente, non superiore a 30mila euro (comma2). L’importo sarà fisso: 400 euro mensili per marzo, aprile e maggio 2021.



La domanda per accedere al reddito di emergenza può essere presentata attraverso il sito dell’Inps (www.inps.it), autenticandosi con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica oppure attraverso gli Istituti di patronato di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152. L’importo massimo del sostegno economico è di 2.400 euro per i tre mesi sopra citati. Tra i “ritocchi” compiuti dal governo i più importanti riguardano i nuclei familiari che pagano un affitto abitativo: sale infatti il limite reddituale per avere il Rem (alla soglia base si aggiunge un dodicesimo del valore annuo del canone d’affitto, ovvero l’intera mensilità).



REDDITO DI EMERGENZA, LE INCOMPATIBILITA’

Nel ripensare il reddito di emergenza, il governo ha delineato anche alcune incompatibilità. Non potranno avere accesso al Rem le famiglie in difficoltà che ricevono già le indennità Covid, ma anche le prestazioni pensionistiche, dirette o indirette, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità e dei trattamenti di invalidità civile. Esclusi anche coloro che recepiscono redditi da lavoro dipendente la cui retribuzione lorda complessiva sia superiore alla soglia massima di reddito familiare, individuata in relazione alla composizione del nucleo. Fuori causa anche coloro che al momento della domanda percepiscono Reddito e Pensione di Cittadinanza.

Per quanti invece hanno terminato la Naspi e la Dis Coll, e hanno un Isee non superiore ai 30 mila euro, per avere diritto al Rem, oltre a non essere in possesso di indennità Covid-19, è necessario che alla data del 23 marzo 2021 non recepiscano una prestazione pensionistica diretta o indiretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità; o siano titolari di un contratto di lavoro subordinato (con esclusione del contratto di lavoro intermittente senza diritto all’indennità di disponibilità, ovvero di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. Estromessi dalla misura anche i possessori di indennità una tantum previste dall’articolo 10 del dl Sostegni per lavoratori stagionali, precari e collaboratori dello sport rimasti senza impiego a causa del Covid, e coloro che attendono la riscossione, in relazione allo stesso periodo, del Reddito o della pensione di cittadinanza.