Arriva finalmente il reddito di emergenza? Se ne parlava nei giorni scorsi, ma per il momento la questione è ancora in sospeso. Si tratta sostanzialmente di una misura che il governo destinerebbe a famiglie o persone che a causa della pandemia da Coronavirus stanno affrontando difficoltà economiche: naturalmente il tema è quello della chiusura prolungata delle aziende che ha temporaneamente tolto il lavoro a tanti italiani, alcuni finiti in cassa integrazione o altri magari licenziati. Come detto, del reddito di emergenza si sta parlando da tempo ma questo bonus – che dovrebbe oscillare tra i 400 e gli 800 euro, come poi vedremo – per il momento non è stato ancora erogato; anzi, per adesso sono ancora in corso le valutazioni su tutti gli aspetti tecnici e dunque non è ancora dato di sapere quando effettivamente potrà arrivare nelle tasche.
REDDITO DI EMERGENZA: COME FUNZIONA
Ad ogni buon conto nella bozza del decreto Maggio 2020 si parla finalmente del reddito di emergenza, e dunque sono stati resi noti i requisiti per farne richiesta: innanzitutto si legge che il Rem sarà destinato ad un milione di nuclei familiari, circa 2,5 milioni di singoli individui. La durata sarà di tre mesi (inizialmente c’era chi pensava a 60 giorni), naturalmente bisognerà avere residenza in Italia e poi soddisfare alcuni requisiti economici. Nel concreto: il patrimonio mobiliare dovrà essere inferiore ai 10 mila euro (oppure 20 mila contando gli altri componenti della famiglia), il reddito ISEE 2020 non deve raggiungere o superare i 15000 euro e il reddito mensile in nessun caso dovrà essere pari o superiore allo stesso reddito di emergenza. Ovvero, appunto, 400 euro per i single e 800 euro per le famiglie.
Come si legge nella bozza del decreto Maggio 2020, il Rem potrebbe essere erogato a partire da giugno o luglio: in merito a questo Marco Leonardi, consigliere del ministro dell’Economia, ha detto che potrebbe servire come sostegno nel corso della stagione estiva. Inoltre, altro punto importante, il reddito di emergenza non sarà percepito da chi goda già di altri ammortizzatori sociali per aiutare contro il Coronavirus ma potrà essere utilizzato in agricoltura per un massimo di 60 giorni; si potrà sommare al reddito di cittadinanza (che non rientra negli aiuti per il Covid-19) ma in nessun caso la cifra percepita dovrà superare quella prevista con il Rem.