Secondo un’anticipazione di Dagospia in merito alla bozza del nuovo Decreto Aprile (ancora in ricerca di un nome dopo lo slittamento al mese di maggio, ndr), il Reddito di emergenza per poter esser richiesto dai cittadini dovrà andare a controllare il saldo sul conto corrente di dicembre 2018. Se così fosse, si interroga Dagonews «se a fine 2018 il cittadino aveva sul conto 12mila euro e invece a marzo 2020 aveva zero proprio a causa dell’emergenza coronavirus, allora il Reddito non può essere tanto perché non rientra nei parametri». L’assurda possibilità, in attesa di essere smentita, sarebbe stata uno dei punti di scontri all’interno della videoconferenza di ieri pomeriggio tra Conte, Gualtieri e i capidelegazione del Governo: non solo, secondo la Stampa vi sarebbe stato anche uno scontro molto accesso tra Pd-Italia Viva e M5s in merito al “nome” con cui chiamare la norma di aiuto alle soglie di povertà durante l’emergenza coronavirus. I dem spingono per un “contributo di emergenza” per evitare che il sussidio possa divenire un “secondo” Reddito di Cittadinanza, mentre Catalfo, Bonafede e Crimi tengono duro sulla formula del Reddito di emergenza.
REDDITO DI EMERGENZA, COME FUNZIONA
Per ora l’unica cosa certa è che il Rem ci sarà nel nuovo Decreto di aiuti economici e con quali cifre potrà essere richiesto: «E’ la prima volta che un premier fa questo atto di coraggio, di chiedere scusa per eventuali ritardi che magari non sono dovuti solo al governo. Nel decreto maggio ci saranno forme di indennizzo diretto alle imprese, non prestiti, ma ristori a fondo perduto. Ci sarà un reddito di emergenza, incentivi per il turismo, ulteriori linee di credito, la replica dei 600 euro per le partite Iva», ha spiegato il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. Secondo la bozza del Decreto Aprile in mano all’Agi, il Reddito di emergenza viene istituito dal mese di maggio 2020 come «misura di sostegno al reddito per i nuclei familiari in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19».
Verrà erogato per 3 mensilità a partire dal primo mese di presentazione della domanda (c’è tempo fino a luglio): l’ammontare sarò pari a 400 euro mensili fino ad un massimo comunque non superiore a 800 euro mensili. I requisiti prevedono per l’appunto un Isee inferiore a 15mila euro e un valore del patrimonio mobiliare familiare «con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000».