Il redditometro nel 2024 continua ad esistere. A differenza di quanto si sosteneva sulla possibile abrogazione in verità il termine più corretto è la “sospensione“.

La verità sul redditometro è piuttosto diversa. Anche se è vero che è stato sospeso dal Governo Meloni per le eccessive polemiche attorno allo strumento, in realtà esso continua ad esistere ma con delle modifiche.



Redditometro 2024 rivisto: ecco come cambia

Sul redditometro del 2024 pare sia stata “montata una farsa” che avrebbe fatto credere all’eliminazione dello strumento induttivo ma senza parlare dei reali cambiamenti:

Superamento definitivo del redditometro, strumento intrusivo di un fisco nemico dei cittadini e dei lavoratori che, da oggi, farà finalmente parte del passato.



Abbiamo utilizzato il termine “farsa” perché dal Mef e dal Palazzo Chigi non è mai stato annunciato nulla di quanto comunicato dal Ministro dei trasporti. Quel che sappiamo è che probabilmente lo strumento induttivo resterà ma un’asticella più ampia sugli accertamenti fiscali.

Si parla infatti di un possibile accertamento soltanto se il discostamento tra il reddito dichiarato e l’effettiva spesa supererebbe il 20% complessivo.

La richiesta del Parlamento è stata chiara:

Esclusivamente verso le situazioni che presentano alti livelli di scostamento di congruità tra spese e redditi dichiarati, anche prevedendo soglie percentuali che riducano o eliminino la discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate.



Profili ad alto rischio d’evasione fiscale

Secondo il presidente della commissione Finanza al Senato, Massimo Garavaglia,  l’eliminazione definitiva del redditometro nel 2024 potrebbe far nascere dei controlli più accurati e soprattutto “di nicchia”, coinvolgendo esclusivamente i profili valutati “ad alto rischio di evasione fiscale”.

Piuttosto che concentrarsi nella “massa” si potrebbe pensare a degli accertamenti fiscali più individuali. Questo implica aumentare gli sforzi ma tutelando più contribuenti (rispetto alla misura odierna). Vedremo che cosa aspettarci e se le parole del Parlamento verranno prese alla lettera.