È al 37,99% l’affluenza per il Referendum sul taglio dei parlamentari alle ore 23.00

. Il portale Eligendo del Ministero degli Interni ha reso noti i dati ufficiali, ai quali verranno aggiunti quelli di domani, lunedì 21 settembre, dalle ore 7 alle ore 15. Vero e proprio boom in Trentino Alto Adige (54,31%) e Veneto (51,95%), seguite a stretto giro di posta dalla Toscana (49,86%). Non sono al momento disponibili i dati della Puglia e delle Marche, ma un dato appare chiaro: l’affluenza è più alta in quelle Regioni dove si vota anche per le Regionali. In Campania l’affluenza alle ore 23.00 è del 44,22%, mentre in Liguria è del 42,16%. Buone percentuali anche in Emilia Romagna (42,49%) e Abruzzo (41,97%), mentre Lombardia e Piemonte sono pressoché appaiate, rispettivamente con il 38,74% e 38,77%. L’affluenza più bassa alle ore 23.00 è stata registrata in Molise (21,56%), Calabria (21,54%) e Sardegna (21,41%). (Aggiornamento di MB)



DIRETTA REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI 2020: AFFLUENZA H19

L’affluenza per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari è stata aggiornata alle ore 19.00. Secondo i dati parziali diffusi dal Viminale è del 30,19%. Il dato è in linea con le proiezioni di questa mattina. Come prevedibile, l’affluenza risulta molto più alta nelle regioni che sono chiamate anche ad eleggere il nuovo governatore o nelle città dove si vota per rinnovare sindaco e consiglio comunale. Il dato più alto si registra al momento in Trentino-Alto Adige, dove l’affluenza parziale alle 19 è pari al 40,84%. A seguire il Veneto con il 39,31%, poi Toscana al 37,93%, nelle Marche invece è al 3649%, poi Liguria al 35,39% e Emilia-Romagna al 33,28%. La percentuale più bassa di affluenza si registra in Sardegna, dove il dato parziale alle 19 è del 16,80%. Poco più alta in Sicilia, dove si attesta al 17,11%, mentre in Calabria l’affluenza parziale alle 19 è al 22,52%. (agg. di Silvana Palazzo)



DIRETTA REFERENDUM 2020: CACCIARI SU TAGLIO PARLAMENTARI

«Non dico No, dico “basta” – per dire “basta” sono costretto a dire No». Comincia così l’editoriale di Massimo Cacciari su La Stampa in merito al referendum 2020 sul taglio dei parlamentari. Il filosofo, ex sindaco di Venezia, si è espresso nel giorno in cui gli italiani sono chiamati al voto. «Dio sa se avrebbe bisogno di lavori di restauro, ma non certo di questi continui tentativi di sbocconcellarla a vanvera qua e là». Cacciari si è scagliato contro il Movimento 5 Stellechi si traveste da ultra-democratico e fa vomitare nella tomba l’anima di Rousseau») e si è interrogato sul numero scelto per il taglio. «Perché questo numero di deputati e non un altro? È stato sorteggiato? Ha un senso cabalistico?». Cacciari si è chiesto se il numero sia stato «votato dai simpatici frequentatori di qualche piattaforma ben controllata» o se sia «stato pensato in rapporto a qualcosa». Per Cacciari era meglio ridurre gli stipendi che tagliare i parlamentari. «Non mi sembra che un deputato per svolgere la propria onorevole funzione debba prendere 3-4 volte più di un professore universitario». (agg. di Silvana Palazzo)



DIRETTA REFERENDUM 2020: L’AFFLUENZA ALLE 12

Alle ore 12 in Italia per il Referendum costituzionale 2020

hanno votato il 12,26% degli aventi diritto al voto, un dato certamente non alto e che in parte può spiegarsi con la presenza di due giorni per l’elezione sul Sì o No alla legge sul taglio dei parlamentari. Nelle Regioni dove sono presenti contemporaneamente i voti delle Regionali si intravede una maggior presenza di elettori alle urne, anche qui dato previsto alla vigilia: Campania al 12,46%, Liguria al 15,42%, Marche al 14,9%, Puglia al 13,2%, Toscana al 15,42% e Valle d’Aosta al 19,49%, Veneto al 16,2%. Molto alta l’affluenza rispetto alla media nazionale anche in Emilia Romagna (14,19%) e Trentino Alto Adige (16%, anche se qui sono presenti le Comunali a Trento e Bolzano che “invitano” alle urne maggiori afflussi di elettori). Resta da capire quanto incida il Referendum Costituzionale 2020 nelle coscienze degli italiani in riferimento all’appello del Governo (schierato, tranne alcuni distinguo, per il Sì): già nelle affluenze delle prossime ore si dovrebbe arrivare ad una maggiore valutazione dell’impatto che la “chiamata” alle armi di M5s e Pd hanno ottenuto negli elettori, specie nelle Regioni dove non si vota (bassa l’affluenza infatti in diverse elezioni, specie Sicilia, Sardegna, Calabria e Basilicata, tutte sotto il 10%).

IL REBUS AFFLUENZA

Con le urne aperte, l’Italia torna al voto dopo i durissimi mesi del lockdown ed è ancora l’emergenza Covid-19 a “regnare” anche sul Referendum del taglio dei parlamentari: il nodo in tutte le votazioni odierne (e di domani), con Referendum costituzionale in testa, è legato infatti alla affluenza che con il timore dei contagi e la minor campagna elettorale avvenuta nelle scorse settimane sempre per i motivi della sicurezza anti-pandemia potrebbe comportare un non altissimo numero di votanti alle urne. Chiamati ai seggi per il Referendum costituzionale sono 46.415.806 elettori, per un totale di 61.622 sezioni: alle ore 12 poi alle 19 e alle 23 (lunedì alle 15 con la chiusura delle votazioni) sono gli appuntamenti ufficiali con i dati per le affluenze dove si inizierà a capire se e come l’impatto dell’emergenza pandemica avrà avuto un influsso più o meno incidente sul voto per tagliare 345 parlamentari dalla prossima legislatura.

CAOS SCRUTATORI AL REFERENDUM 2020

Meno di un’ora all’apertura dei seggi: si vota oggi per il referendum sul taglio dei parlamentari. In tutto sono chiamati al voto 46 milioni e 415.806 elettori, divisi per un totale di 61.622 sezioni. La grande incognita, nel primo appuntamento elettorale dallo scoppio della pandemia di coronavirus, riguarda non solo la capacità di rispettare le ferree norme anti-contagio, ma anche quella di assicurare un regolare svolgimento del voto. Al contrario degli anni passati, infatti, si è registrata una vera e propria fuga di scrutatori: sono 75mila quelli che hanno dato forfait, cui vanno ad aggiungersi i 30mila presidenti di seggio. Per sostituirli si è fatto ricorso a volontari, studenti, uomini della Protezione Civile, in alcuni casi – come a Roma e a Napoli, anche vigili urbani. Il Paese riuscirà a superare l’esame del voto? Tutti i seggi al momento risultano costituiti: bisognerà attendere le prossime ore per capire se agli italiani verrà assicurata la possibilità di esprimere il proprio orientamento – Sì o No al taglio dei parlamentari – e se l’affluenza non crollerà per paura del contagio. (agg. di Dario D’Angelo)

REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI: SI VOTA

Si aprono le urne in questo “doppio” election day per il Referendum 2020 sul taglio dei parlamentari: in concomitanza con le Elezioni Regionali, Comunali e Suppletive, oggi domenica 20 settembre 2020 (dalle ore 7 alle 23) e domani lunedì 21 settembre (dalle 7 alle 15) si vota sulla riforma voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle per la modifica degli articoli 56, 57 r 59 della Costituzione. In sostanza, la riforma ha tagliato – con voto di tutti i partiti dell’arco parlamentare lo scorso autunno 2019 – 315 parlamentari dalla prossima Legislatura: da 630 a 400 deputati alla Camera, da 315 a 200 senatori a Palazzo Madama. Con questo Referendum costituzionale confermativo (senza dunque bisogno di un quorum minimo) si chiede ai cittadini italiani di confermare la volontà della riforma, arrivando dunque al numero totale di 600 parlamentari dalle prossime Elezioni Politiche nazionali, oppure di votare No e seguendo così il ricorso fatto da alcuni parlamentari, diverse associazioni nazionali e negli ultimi mesi anche alcuni partiti in disaccordo con la riforma che taglia “poltrone” ma senza aggiungere alcuna riforma strutturale delle attività parlamentari.

QUESITO REFERENDUM COSTITUZIONALE

Sulla scheda elettorale i 51 milioni di italiani chiamati al voto per il 20-21 settembre 2020 troveranno il seguente quesito per il Referendum costituzionale: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?». La riforma votata in Parlamento da Pd-M5s-FI-FdI-LeU intende tagliare dunque sia 115 senatori e 230 deputati (345 “poltrone” in tutto) adducendo così un risparmio netto di 100 milioni di euro l’anno, ovvero 500 milioni per ogni legislatura (fonte M5s). Se i cittadini dovessero far vincere in maggioranza il Sì la riforma sarebbe immediata e dalle prossime elezioni – con una necessaria rivisitazione di legge elettorale e distribuzione dei collegi nazionali; se invece vincesse il NO, si continuerà con 945 parlamentari complessivi. Il Referendum riguarda anche la Circoscrizione estero: i deputati passano da 12 ad 8 e i senatori da 6 a 4. Con la vittoria del Sì, la riduzione dei senatori comporta la riduzione del numero minimo di senatori eletti da ogni Regione: se il taglio venisse confermato, si passerebbe da un minimo di 7 elettori ad un minimo di 3.

LE RAGIONI DEL SÌ E DEL NO

Tutto il Movimento 5 Stelle e LeU, buona parte del Partito Democratico (con l’impegno del Segretario Zingaretti), tutta Fratelli d’Italia, quasi tutta la Lega (ad esclusione di Giorgetti e Borghi) e metà di Forza Italia sono schierati per il Sì: le ragioni adottate per sostenere il taglio dei parlamentari nel Referendum costituzionale 2020 (è il quinto della storia della Repubblica, l’ultimo nel 2016 promosso dal Governo Renzi) riguardano soprattutto la riduzione dei costi della politica (57 milioni annui, pari allo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana, fonte Osservatorio dei conti pubblici italiani della Università Cattolica) e una maggiore efficenza nei lavori parlamentari, «il minore numero di parlamentari comporterebbe Camere più snelle ed efficienti», spiega il M5s con il proprio capogruppo alla Camera Davide Crippa nell’incontro organizzato dal Sussidiario su “Inside” (qui il video integrale con tutte le ragioni del Sì e del No al Referendum 2020, ndr). Infine, per i sostenitori del Sì, i correttivi da apportare ai regolamenti parlamentari con il nuovo numero di deputati e senatori non sarebbero significativi. Per quanto riguarda invece le ragioni del No al Referendum sul taglio dei parlamentari – sostenuto da Più Europa, parte di Forza Italia, parlamentari singoli di Lega, Pd e FdI, Noi con l’Italia – la principale contestazione riguarda la riduzione di rappresentatività del Parlamento. L’Italia ha un rapporto di 1 eletto ogni 64mila persone, con 945 parlamentari eletti, ma se la riforma dovesse essere approvata si passa a 600 parlamentari eletti, con il rapporto che si ridurrebbe ad un eletto ogni 101mila persone. «L’aumento dell’efficienza del Parlamento non sarebbe automaticamente legato al minor numero di parlamentari», ha spiegato Maurizio Lupi sempre nell’incontro pubblico di “Inside” dello scorso 14 settembre. Infine, altra ragione per il No riguarda il rischio di avere territori sotto-rappresentati, oltre alla minor possibilità per i partiti “piccoli” di venire rappresentati nei collegi che inevitabilmente andranno riformati qualora vincesse il Sì al Referendum.

COME SI VOTA AL REFERENDUM 2020

Possono votare al Referendum costituzionale confermativo tutti i cittadini italiani maggiorenni, che il 20 settembre 2020 abbiano già compiuto 18 anni di età: in 7 Regioni (Veneto, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta, Campania, Puglia, Marche) le operazioni di voto al Referendum saranno lievemente più complesse perché dovranno ricevere due o più schede, ovvero quella delle Regionali, delle eventuali Comunali-Suppletive e appunto quella del Referendum costituzionale. Capire però come si vota è davvero semplice: nella scheda elettorale (qui FAC-SIMILE) ci saranno due caselle, una per il Sì e l’altro per il No. Se si traccia una X sul “Sì” si esprime la volontà di approvare la riforma del taglio dei parlamentari, se si fa una croce sul “No” invece il cittadino manifesterà la sua intenzione a bocciare la modifica costituzionale. Ricordiamo che essendo questo un referendum confermativo di una legge costituzionale, non ci sarà il quorum necessario per validare il voto: dunque, l’astensione in questo caso non varrà come un “No” alla legge. I risultati arriveranno dopo lo spoglio elettorale che comincerà immediatamente alle ore 15 di lunedì, con la diretta live anche qui sul nostro quotidiano che aggiornerà di pari passo i primi exit poll e i dati finali.