Il Referendum sul taglio dei parlamentari 2020 ha visto prevalere nettamente il Sì: come anticipato dagli ultimi sondaggi politici disponibili, il via libera alla riforma costituzionale è arrivato con il 69,94% dei voti. Il No si è fermato a quota 30,06%. Il Movimento 5 Stelle è in festa, così come il Partito Democratico, salito sul carro del Sì a pochi giorni dal voto, ma anche la Lega piazza la bandierina. Nonostante la differenza di vedute all’interno del Carroccio, Roberto Calderoli ha tenuto a ricordare: «Finalmente, dopo quasi 30 anni di battaglie parlamentari in commissione ai Aula, si realizza questo mio sogno che ho sempre portato avanti con ostinazione in quasi tre decenni, quello di ridurre il numero dei parlamentari per avere un Parlamento più snello, meno costoso e soprattutto più funzionale ed efficace nell’interesse dei cittadini.Ma ora non si rovini tutto con una legge elettorale proporzionale che ci farebbe tornare alla prima Repubblica, una legge che farebbe governare le solite ammucchiate di partiti che perdono le elezioni e poi governano senza averle vinte». (Aggiornamento di MB)
RISULTATI REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI 2020: TRIONFO M5S, IL CDX…
«Le forze anti-popolo volevano colpire il Governo, volevano colpire la legge del M5s e volevano colpire anche il sottoscritto: quasi che qualcuno sperasse nella vittoria del No per avere poi una sconfitta del M5s e mia», è il primo commento di Luigi Di Maio dopo il Sì vincente del Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Poco prima era stato il capo politico Vito Crimi a commentare la vittoria nei risultati ufficiali: «Siamo riusciti a dimostrare di essere il motore e il traino di questa legislatura. siamo ancora qui e abbiamo dimostrato di essere trainanti, il motore del cambiamento. Ci siamo fatti promotori (di questa riforma) imponendola, come tema, alle altre forze politiche. E il risultato è straordinario. Ringrazio Luigi (Di Maio, ndr) che ha creduto in questo percorso». E ancora: «Forse il referendum non c’era bisogno di farlo, ma quando i cittadini vengono interpellati, questo ci dà la direzione da prendere». Intanto prosegue lo spoglio elettorale con il Sì vincente al 69,5% dopo quando mancano solo 5mila Comuni da sezionare in tutta Italia, con No al 30,45% e affluenza finale al 54,58%. Stando all’analisi del voto di Tecné, tra l’elettorato PD ha prevalso il No col 55%. Il No è stato maggioritario anche tra gli elettori di Italia Viva (77%) e La Sinistra (58%); sempre Tecné informa come tra l’elettorato del centrodestra avrebbe prevalso il Sì (75% FdI, 76% FI, 78% Lega).
I COMMENTI AL VOTO SUL REFERENDUM
“E’ una vittoria 2 a 1” commenta al Sussidiario.net il decano dei sondaggisti italiani Nicola Piepoli. “I 5 stelle son sempre stati uno dei punti di riferimento del popolo italiano” aggiunge riferendosi al fatto che nonostante nel voto regionale abbiamo preso punteggi molto scarsi, quando si muovono per iniziative come queste ottengono grandi risultati. “Due sì e un no non significa che uno ha vinto e uno ha perso è la normalità di un referendum di questo tipo. Non è rilevante in termini politici ciò che è rilevante è il voto al Sì, è l’assoluta normalità. Non guadagnano né perdono i 5 stelle ma completa la sua funzione”. Diversa l’opinione di Arnaldo Ferrari Nasi, sociologo, specializzato nel campo della Pubblica opinione: “Il Movimento 5 stelle ha vinto perché ci sono stati errori politici mostruosi a livello dell’errore politico che fece Renzi da parte dell’opposizione”. Il referendum di Renzi, dice Nasi, è stato esattamente quello che si è verificato oggi: “Ai tempi di Renzi il parlamento era diviso a metà e si sapeva che c’era una frangia del centrosinistra che voleva votare contro di lui con il centrodestra unito si sapeva avrebbe perso. E’ quello che è successo con il governo attuale: se ci fosse stato un centrodestra compatto che votava per il No solo per buttare giù il governo con qualche volto trasversale del centro sinistra questi andavano sotto perdendo il referendum”. Ha quindi vinto il sì con il voto di Salvini e la Meloni, conclude Nasi, ma era una battaglia dei grillini, e l’hanno vinta con il doppio autogol del centrodestra”.
PROIEZIONI EXIT POLL: VINCE SÌ AL 66,6%
Dopo gli exit poll emersi subito dopo la chiusura dei seggi emerge sia il dato dell’affluenza finale al Referendum Costituzionale (vicino al 54% quando mancano solo 400 Comuni da scrutinare) e sia soprattutto i primi dati sulle proiezioni del voto. Secondo le proiezioni di Opinio-Rai al 5% il Sì alla riforma sul taglio del numero di parlamentari sarebbe al 65,6% mentre il No insegue al 34,4%; con la seconda tornata di proiezioni Opinio invece (copertura del 9%), il Referendum costituzionale vede il Sì salire al 66,6% e No al 33,3%. I dati reali del Viminale invece, con la copertura di 6,990 sezioni su 61.622 il Sì è addirittura al 6,9,28% contro il 30,72% del No al taglio di 345 parlamentari. Non è una sorpresa per Renato Mannheimer, sondaggista di lunga data, la vittoria del Sì al referendum per il taglio dei parlamentari. Gli exit poll infatti danno al Sì una forbice tra il 60 e il 64%: “Non sono sorpreso, anzi mi aspettavo di più” dice al Sussidiario.net. “ai miei amici avevo detto che il Sì avrebbe toccato il 65%”. Per Mannheimer dunque era lecito aspettarsi una maggioranza di Sì e un consistente numero di No: “Se i sostenitori del No avessero avuto più tempo e si fossero mossi prima, forse avrebbero ottenuto più consensi”. Però la maggior parte dei giornali, delle televisioni e dei politici avevano tutti fatto propaganda per il No: “Non proprio tutti ma va detto appunto che il No è un voto di chi legge i giornali, che è una minoranza, un voto che richiedeva più riflessione, mentre il Sì è un voto più immediato che non richiedeva altrettanta riflessione”. (a cura di Paolo Vites e Niccolò Magnani)
EXIT POLL: VINCE IL SÌ AL 60-64%
Pronostici rispettati dopo i primi exit poll usciti sul Referendum costituzionale 2020, con il Sì vincente in una fornice che sembra ormai definitiva: il Sì alla riforma sul taglio dei parlamentari vincerebbe tra il 60-64% mentre il No resta tra il 36-40%, riferisce l’exit poll delle ore 15 diffuso da Opinio-Rai. Secondo le primissime stime riferite da Livio Gigliuto (Istituto Piepoli) il risultato del Referendum 2020 «vede un campione 80% degli intervistati, dato consolidato e rappresenta quanto visto in queste settimane con il Sì in vantaggio di circa 20 punti». Se così rimanesse la forbice, la vittoria del M5s sarebbe palese con il voto sul taglio dei parlamentari che conferma anche le intenzioni di voto manifestate da Lega e Fratelli d’Italia nella breve ma intensa campagna elettorale di agosto-settembre: si va dunque verso il taglio di 345 parlamentari rispetto a quanto presente in Costituzione fino a questo Referendum.
INFO PROIEZIONI ED EXIT POLL REFERENDUM 2020
Tutto pronto, i seggi sono appena stati chiusi e a breve arriveranno i primi exit poll sul Referendum costituzionale 2020 per la riforma sul taglio dei parlamentari: lo spoglio elettorale comincerà proprio dalla votazione referendaria il che significa che anche le prime proiezioni dalle 15.30 circa saranno orientati sul Referendum. In parallelo, usciranno gli exit poll per Regionali, Suppletive e Comunali 2020: a livello di diffusione degli exit poll, dalle 15 usciranno gli instant poll Quorum/YouTrend su Sky Tg24, intention poll per Tecné su Mediaset Rete 4, exit poll di Opinio per la Rai. Dalle 16.30 invece usciranno le proiezioni per le Regionali per Swg-ça7 e Opinio Rai. Ricordiamo che lo scrutinio delle Comunali avverrà domani, esattamente come per la Regione Valle d’Aosta.
VERSO EXIT POLL E AFFLUENZA
In attesa dei primi exit poll e proiezioni (tra le 15 e le 15.30 non appena saranno chiusi i seggi), la mappa online di YouTrend mostra l’affluenza fino a ieri sul Referendum 2020 delineando al meglio la differenza tra le 7 Regioni al voto per le Regionali e le restanti 13. In Liguria, Veneto, Toscana, Puglia, Marche, Campania e Valle d’Aosta l’affluenza ieri sera si è fermata al 46,2%, mentre nelle restanti 13 Regioni il dato è sceso al 35,5%, dimostrando come l’attrattiva di Amministrative e Regionali sia più “influente” del ‘solo’ Referendum costituzionale. Dopo il caso di Genova ieri o è Taranto a chiudere un seggio nella sezione 69 (scuola “Volta” di Taranto) per sospetto caso di Covid-19: uno scrutatore dopo la prima giornata di votazione per oggi non si è presentato accusando febbre e sintomi influenzali. Immediato l’iter scattato con la chiusura della sezione per la santificazione e i componenti del seggio isolati a scopo precauzionale: tutti i componenti sono stati così sostituiti per permettere il trasferimento della sezione in un’altra aula della scuola.
DI MAIO AL M5S “STATE TRANQUILLI”
Sfiora il 40% l’affluenza nazionale al referendum sul taglio dei parlamentari. Un dato di partecipazione importante che, per dirla con le parole rilasciate a La Repubblica da Pietro Vento, direttore dell’istituto di sondaggi Demopolis, “appare comunque significativa: non è rimasta limitata agli ‘addetti ai lavori’“. Ma cosa si può evincere da questi dati? Gli italiani stanno votando Sì o No al taglio dei parlamentari? Ovviamente è impossibile saperlo con certezza prima dello spoglio, ma ci sono alcuni dati che potrebbero indicare quanto meno una tendenza generale. Secondo quanto sottolineato da YouTrend, nei centri delle grandi città non si sta notando quella partecipazione di massa che era una delle speranze dei sostenitori del No per bilanciare il voto delle periferie, sulla carta più favorevoli al taglio. Questo elemento, in aggiunta ad un’affluenza che secondo gli addetti ai lavori supererà il 50% mette tranquillo Luigi Di Maio, ex capo politico M5s che secondo La Repubblica già ieri ostentava una certa serenità sull’esito della consultazione referendaria: “Col 40 per cento di votanti siamo in sicurezza“. (agg. di Dario D’Angelo)
DIRETTA REFERENDUM TAGLIO PARLAMENTARI 2020
Dalle ore 7 alle 15 è ancora possibile votare per il Referendum costituzionale 2020 sul taglio dei parlamentari: dopo la prima giornata di votazioni ieri, con affluenza finale sopra il 30%, la sfida lanciata dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico (con decisi distinguo, ndr) vede ancora qualche ora prima dei risultati in diretta dalle ore 15 in poi (con anche i primi exit poll subito dopo la chiusura delle urne). Il tema è sempre lo stesso, la firma per la modifica degli articoli 56, 57 r 59 della Costituzione che arriverebbe a tagliare 345 parlamentari dalla prossima Legislatura: da 630 a 400 deputati alla Camera, da 315 a 200 senatori a Palazzo Madama. Si chiede agli italiani di confermare la volontà della legge votata in parlamento da Pd-M5s-FI-FdI-LeU (ma ora non più appoggiata da Forza Italia, che lascia libertà di voto all’elettorato): con il Sì al Referendum la legge verrebbe subito approvata dalla prossima legislatura, con il No invece il Parlamento continuerebbe ad avere 945 parlamentari come avvenuto fino ad oggi. In entrambi i casi sarà un messaggio molto importante lanciato al Governo Conte-2 che – assieme a Regionali e Comunali – prospetta possibili scenari post-voto che vanno dal rimpasto alla “spallata” del Cdx fino al semplice proseguire della legislatura. Ieri andando al proprio seggio, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato «Se ho votato bene? In scienza e coscienza. Ogni votazione è espressione di una partecipazione democratica. Quindi, c’è sempre l’auspicio per qualsiasi tipo di votazione, per qualsiasi tipo di referendum, abrogativo, costituzionale, una partecipazione dei cittadini».
REFERENDUM COSTITUZIONALE SENZA QUORUM: IL NODO AFFLUENZA
In attesa dei dati finali sul Referendum 2020, occorre ricordare che la votazione sul taglio dei parlamentari riguarda un referendum confermativo, ovvero che conferma/respinge una modifica costituzionale già approvata dal Parlamento. Per questo motivo, a livello di Costituzione, non serve alcun quorum che “validi” il voto: il risultato sarà valido a prescindere dal numero di voti espressi. Resta comunque importante il dato dell’affluenza anche per capire – in relazione al risultato finale – quale sia stato l’interesse dei cittadini davanti ad una legge da anni annunciata dal Movimento 5 Stelle e sulla quale il Governo giallorosso vi ha scommesso l’iniziale patto di alleanza nell’estate 2019. Ieri nella prima parte delle votazioni si è ampliata la forbice di affluenza al Referendum tra le Regioni al voto per le Regionali (Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia) e le altre: citando i dati di YouTrend, alle ore 19 le 7 regioni con regionali segnavano il 34,2% mentre le restanti 13 regioni “calavano” al 27,3% rispetto alla media finale del 29,9%. Il dato definitivo dell’affluenza per il referendum si è attestato alle ore 23 di ieri al 39,38%.
COME SI VOTA REFERENDUM 2020: IL QUESITO
Il quesito che si trova sulla scheda elettorale del Referendum costituzionale 2020 vede la seguente dicitura: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?». Nel caso di referendum abrogativo invece si avrebbe un atto singolo con il quale si abroga una legge in vigore e per il quale è previsto un quorum di partecipazione minima come forma di garanzia: nel caso del Referendum 2020 tutto questo non avviene e dunque non servirà alcun quorum. Capire infine come si vota è compito assai più semplice: nella casella SÌ si sceglie di confermare la legge voluta dal Movimento 5 Stelle, con la casella NO invece si rifiuta la legge costituzionale facendo rimanere immutati i 630 deputati e 315 senatori. I risultati arriveranno dopo lo spoglio elettorale che comincerà immediatamente alle ore 15 di lunedì, con la diretta live anche qui sul Sussidiario.net che si aggiornerà di pari passo ai primi exit poll e i dati finali.
Qui tutti i dati e le info del primo giorno di votazioni del Referendum 2020