BERNARDINI DE PACE: “QUESTO REFERENDUM CONTA PIÙ DI ABORTO E DIVORZIO
«È vergognoso che non si stia parlando dei referendum. I referendum rendono il cittadino libero, infatti nelle dittature non ci sono»: attacca senza molti giri di parole Annamaria Bernardini de Pace, l’avvocato matrimonialista più famosa d’Italia nonché rappresentante storica delle battaglie del Partito Radicale. I 5 referendum che andranno alle urne il prossimo 12 giugno (con le Elezioni Amministrative) sono pienamente appoggiati dai radicali, con Bernardini de Pace – intervistata da Lucia Esposito per “Libero Quotidiano” – convinta che vi sia ormai a tutti gli effetti un interesse nel mondo della magistratura (e non solo) per far fallire il voto Lega-Radicali.
«Perché sostegno questi referendum? Perché sono più importanti di quelli sull’aborto e il divorzio», che per una convinta “testimonial” dei diritti civili vale davvero come un enorme endorsement. Secondo l’avvocato civilista, la vita ha il valore più importante ma subito dopo «c’è la libertà e una giustizia che funziona è ciò che rende un Paese libero». Per Annamaria Bernardini de Pace, la giustizia in Italia è tutt’altro che sana: il caso Palamara per cominciare, ma mica solo, «Uno che si sente offeso, aggredito, derubato o maltrattato ha solo una speranza: trovare un giudice corretto che ristabilisca i principi di diritto e commini la sanzione giusta. Ma, da quando sono nate le correnti, da quando i giudici si mescolano al potere esecutivo e al potere legislativo, non è più scontato che ciò accada».
“LA GIUSTIZIA COSÌ NON FUNZIONA”: PARLA L’AVVOCATO BERNARDINI DE PACE
Come raccontava sempre su “Libero” la figlia di Enzo Tortora, il Presidente Mattarella avrebbe dovuto sciogliere il Csm dopo gli scandali degli ultimi anni: «Invece non è accaduto nulla. I giudici non devono stare in questa bolla di esagerato privilegio. Il potere giudiziario deve essere svincolato da quello legislativo ed esecutivo perché i cittadini abbiano fiducia in esso», rimarca Annamaria Bernardini de Pace. I magistrati sembrano sempre più “intoccabili”, secondo l’avvocato civilista, e così anche una riforma che era cominciata in maniera interessante – quella della Ministra Cartabia – si è rivelata «una specie di giochino di società, non è stata fatta in modo serio. Non affronta i problemi veri della giustizia», nonostante oggi 16 maggio sia in corso il maxi sciopero dei magistrati proprio contro tale legge del Governo.
Come ha spiegato nei giorni scorsi il leader della Lega Matteo Salvini – e con lui anche l’artefice di questo referendum sulla giustizia, il senatore Calderoli – contro il voto del 12 giugno è intervenuta la “lobby del silenzio”, espressione secondo Bernardini de Pace molto felice. «Chi è questa lobby? Il servizio pubblico, per esempio. Si parla solo della guerra. E la nostra guerra relativa al fatto che non siamo liberi perché non c’è giustizia? Non possiamo accettare la lentezza nel decidere e l’ignoranza di certi magistrati. Se tutti sapessero gli errori di grammatica e di sintassi che fanno nello scrivere i provvedimenti… ». Secondo l’avvocatessa, se gli italiani «sapessero di cosa parliamo il 97% di loro andrebbe alle urne»; ma non andrà così, si dice pessimista Bernardini de Pace, «votare in un solo giorno è un altro modo per affossare il referendum, c’è pure una lobby dittatoriale che si nasconde nei luoghi di potere».