BANCHETTI REFERENDUM AUTONOMIA NELLE PARROCCHIE: LA RISPOSTA DEL VICEPRESIDENTE CEI

Banchetti in parrocchia per la raccolta firme del referendum abrogativo contro la legge dell’Autonomia differenziata, con annesse prediche di alcuni sacerdoti: le notizie in arrivo da più parti in Italia hanno costretto la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ad intervenire nettamente per stroncare sul nascere l’idea che vi sia una indicazione “centrale” nel lanciare la raccolta firme di un atto politico all’interno di alcune chiese nel Paese. Intervistato dal “Corriere della Sera” il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, replica così a chi ha aperto le canoniche per ospitare la raccolta firme per un referendum abrogativo lanciato dal Centrosinistra contro la legge Calderoli: «Stiamo attenti a non rendere le parrocchie dei luoghi di conflittualità politica, lasciamole fuori».



Per il vicepresidente della CEI se un parrocco della sua diocesi dovesse chiedere lumi sulla possibilità di ospitare banchetti di raccolta firme per il referendum, qualsiasi esso sia, la risposta resterebbe la stessa: «non è opportuno». Sebbene fu la stessa Conferenza Episcopale, nell’assemblea generale dello scorso giugno 2024, a condannare la riforma sull’Autonomia differenziata ritenendola una legge che potrebbe minare le basi di solidarietà tra le Regioni, l’iniziativa di alcune parrucche di aprire banchetti per il referendum nelle chiese è rimasta meramente isolata. «Se anche fosse successo, sarebbe un’iniziativa isolata. Di certo la Cei non ha mai detto: raccogliete le firme. Pensare questo sarebbe ingiusto e falso», chiarisce mons. Savino. Sebbene la CEI abbia parlato della riforma considerandola criticabile, il tema non è un’appartenenza politica: secondo il vescovo, «Non è che criticassimo perché governa il centrodestra. La riforma del titolo V della Costituzione, che ho più volte definito sciagurata, è stata fatta dal centrosinistra».



MONS. SAVINO: “NO PARTITO UNICO, NELLE CHIESE VA SALVAGUARDATO IL PLURALISMO”. CALDEROLI: “LEGGONO LE BALLE CHE SCRIVONO I GIORNALI”

La preoccupazione della Chiesa Italiana resta quella della tenuta sociale e culturale, ma sempre rispettando la pluralità di posizioni e orientamenti politici: come spiega ancora mons. Savino sul “Corriere”, il referendum è iniziativa libera e legittima, che siano credenti o meno, è democrazia; diverso però è avallare un’appartenenza politica all’interno delle parrocchie, che sono invece per antonomasia «luoghi al plurale».

Per il n.2 della CEI il tema non è di scarsa rilevanza, tutt’altro: «il partito unico (ovvero la Democrazia Cristiana, ndr) non esiste più da molto tempo e i credenti, se parlano di politica, esprimono posizioni differenti, com’è naturale e giusto che sia». La parrocchia, in generale l’intera Chiesa Cattolica, in materia politica è luogo di pluralismo e come tale va salvaguardato, conclude mons. Savino che pure anche nel recente passato si era espresso molto critico contro la riforma dell’Autonomia differenziata messa in campo dal Governo Meloni. Sentito sul tema oggi da “Libero Quotidiano”, il Ministro che ha curato e ideato la legge approvata lo scorso giugno in Parlamento tende a non esacerbare gli animi: «diciamo che la predica in chiesa magari è inopportuna», ma per Roberto Calderoli i credenti e preti che accettano il referendum contro l’Autonomia sono da comprendere. Per il titolare del Ministero in quota Lega, questi cittadini vanno compresi perché ogni giorno «leggono le “balle” che scrivono sull’Autonomia differenziata i giornali del Sud, se vivessi lì andrei di corsa a firmare per il referendum».