Non è affatto casuale la minaccia di Alexander Lukashenko di schierare le armi nucleari della Russia in Bielorussia, nel caso in cui Stati Uniti e Francia dovessero farlo in Polonia e Lituania in relazione alla guerra in Ucraina. Non lo è neppure il tempismo. Ne ha parlato oggi, infatti, giorno in cui nel suo Paese i cittadini sono chiamati al voto per il referendum sulla neutralità nucleare. Ad indirlo il governo bielorusso per chiedere ai cittadini di scegliere se dare o meno il via libera al dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia.



Una decisione che comporta un cambiamento della Costituzione che tra l’altro lascerebbe Lukashenko libero di rendere la Bielorussia un hangar militare del Cremlino. Per questo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello ai cittadini bielorussi: «Fate la Bielorussia e non la Russia». D’altra parte, le parole di Lukashenko («Minsk inviterà Mosca a schierare armi nucleari in Bielorussia se gli Stati Uniti o la Francia le schiereranno in Polonia o in Lituania») chiariscono la direzione che vuole intraprendere la Bielorussia, a patto ovviamente che i cittadini non decidano diversamente.



NEL REFERENDUM QUESITO SULL’OCCIDENTE E…

A prescindere dalla neutralità nucleare, la Bielorussia non lo è in generale nella guerra tra Russia e Ucraina. Alexander Lukashenko aveva assicurato: «Non c’è un soldato bielorusso in Ucraina, non un singolo proiettile in Ucraina». Eppure, ci sono video della Cnn di pochi giorni fa che mostrano una colonna di veicoli militari russi che attraversano il valico all’incrocio di Senkivka, in Ucraina, con Veselovka, in Bielorussia. Il presidente bielorusso aveva anche dichiarato che non avrebbe partecipato all’operazione, salvo poi cambiare rotta. Ora il referendum.



Ci sono diversi quesiti su cui i cittadini devono esprimersi, tra cui la possibile eliminazione dell’articolo 18 della Costituzione, che finora ha garantito la neutralità nucleare della Bielorussia dall’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991. Dovranno esprimersi anche sull’eliminazione di qualsiasi forma di cooperazione con l’Occidente. Inoltre, il referendum prevede un quesito sull’impossibilità per presidenti ed ex presidenti di essere perseguiti per crimini o violazioni di legge durante il loro mandato. Secondo LaPresse, si potrebbe quindi arrivare ad una nuova Costituzione con l’introduzione di un limite di due mandati consecutivi. Inoltre, parte del potere verrebbe affidata a un nuovo organo, Assemblea Popolare Bielorussa, che potrebbe essere presieduta dal presidente uscente.